«NON HAI idea di come mi sono sentito quanto ti ho vista lì per terra stesa, immobile… Stasera la tua breve vita si è interrotta qua…». E’ affidato a Facebook, il dolore dell’amico che lunedì sera era in macchina con Jenny. Una lunga lettera aperta, come se si aspettasse che lei possa ancora rispondergli. L’illusione del web.
«ORA – scrive – mi viene solo una domanda spontanea, perché proprio tu? Perché tra tutte le persone del mondo che sono cattive tu te ne sei dovuta andare? Ancora ricordo quando ci siamo conosciuti, cinque anni fa quasi per caso, ne è passato di tempo, eccome se ne è passato. Ci vedevamo poco, ma quando stavo con te ero felice davvero». I momenti trascorsi insieme ritornano alla mente come fulmini nel buio. «Ieri sera quando ci è preso il matto e alle 4 di mattina siamo andati a vedere le stelle e mi ha raccontato tutte le parti più buie della tua vita ho capito quanto tu eri una piccola soldatessa, una piccola biondina che però ha saputo resistere a tutti gli sgambetti che la vita ti ha fatto. Hai sempre vinto e io mi chiedo, non potevi sconfiggere anche questo altro sgambetto? Era davvero destino che te ne andassi così? E’ proprio vero che i migliori se ne vanno sempre, perché sì tu eri e resterai sempre la migliore di tutti».
I RICORDI si accavallano tra le lacrime. «Ci prendevamo in giro dalla mattina alla sera soprattutto per il tuo accento – scrive ancora – ma alla fine devo ammettere che senza di te non sarebbe stato lo stesso e non sarei stato lo stesso io. Grazie». Sono passate poche ore da quel terribile incidente nella curva di Borgo Maggiore. «Da quando sono tornato a casa non faccio altro che guardare le nostre foto e non riesco a smettere di piangere e tremare. Perché Dio ha voluto questo? E soprattutto perché io non mi sono fatto nulla?». Un ultimo saluto che è quasi una preghiera. «Tutti devono sapere che persona fantastica conoscevo. Veglia su di me e aiutami ad andare avanti perché anche se ti ho vista lì stesa non riesco a credere che non ti vedrò mai più. Non mi rassegno. Mi mancherai».
Resto del Carlino