Rimini «Non siamo degli evasori Il Classic resterà aperto»

discoteca«DIMOSTREREMO coi nostri avvocati che non siamo evasori. Siamo un circolo privato, affiliato all’Arci – ripete Paolo Dettoni – mandato avanti dai soci e frequentato solo dai soci: non abbiamo nascosto soldi al Fisco».
Non la pensa così la Guardia di finanza, che ha bloccato beni e conti di Dettoni, il presidente dell’associazione che gestisce il Classic, e di altre due persone (Paolo Santarelli e Fabio Veterani, rispettivamente il vice presidente e il segretario), per un importo pari a 396.781 euro. Un’indagine partita dopo gli accertamenti che avevano portato, nell’agosto 2013, alla chiusura del Classic, secondo le forze di polizia inadempiente sotto vari punti di vista (erano stati contestati tra l’altro il lavoro nero e alcune irregolarità edilizia).
L’accusa principale, oggi come nel 2013, è quella di aver gestito il Classic come una discoteca pur usufruendo degli sgravi fiscali di un circolo Arci.
«E noi risponderemo alle accuse, dimostrando con tutte le carte che funzionamo come circolo privato. In 28 anni non è mai stato trovato all’interno del Classic qualcuno che non fosse socio dell’associazione. Siamo arrivati a 11mila soci, e sono tutti reali».
Però il Classic non è più, da tempo, un locale dell’Arcigay.
«Vero, ma perché ci sono divergenze con l’attuale presidente dell’Arcigay di Rimini (Marco Tonti, ndr). Ma restiamo un circolo Arci, e su questo non ci sono dubbi».
Nel 2013 la chiusura del locale (da agosto a novembre), ora il sequestro preventivo dei beni. Il Classic resisterà a questa ennesima bufera o chiuderà i battenti?
«Noi andiamo avanti per la nostra strada, convinti di avere tutte le carte in regola. Non siamo una discoteca, siamo un circolo e continueremo a funzionare come tale. Già nel 2013 abbiamo ottenuto il dissequestro del locale, avvenuto principalmente perché erano state trovate più di 500 persone all’interno del locale al momento dei controlli».
In realtà vi contestavano ache molte altre cose.
«Sì, ma se due anni fa ci avessero dato il tempo di adeguarci alle normative che erano appena entrate in vigore per i circoli privati, probabilmente non saremmo rimasti chiusi neanche un giorno».

Resto del Carlino