Nel 2015 la decisione dell’amministrazione comunale di installare tre autovelox nelle vie Settembrini, Tolemaide ed Euterpe di Rimini suscitò numerose polemiche. Molti riminesi accusarono il Sindaco Gnassi di voler fare cassa in modo spietato, mentre l’Assessore alla Polizia Municipale Jamil Sadegholvaad puntualizzò che gli autovelox fossero necessari come deterrente: troppe automobili sopra i limiti in tre punti cruciali del traffico, spesso luogo di incidenti e anche di investimento di pedoni. Da gennaio 2016 sono entrati in funzione, registrando subito un numero elevato di infrazioni. Ma quelle multe sono irregolari, secondo l’avvocato Massimiliano Nicolai, che ha avuto mandato da Automotoclub Romagna per inviare una lettera alla Prefettura di Rimini, primo passo in vista di un possibile esposto in Procura.
In sostanza, asserisce l’avvocato Nicolai, gli autovelox sono stati installati in violazione del codice della strada, assegnando alle tre vie in questione qualifica di strada urbana di scorrimento di tipo D, quando invece sono presenti rotonde, passaggi pedonali e accessi privati, tutti elementi ostativi all’attribuzione di tale qualifica. Le irregolarità non riguardano però solo la scelta di installare autovelox in quelle posizioni: le criticità sono una decina, dalla scarsa visibilità delle postazioni e la non corretta pre-segnalazione, fino alla mancata indicazione del punto preciso dove gli automobilisti hanno commesso l’infrazione e dove è avvenuta la rilevazione strumentale della velocità.
Il Prefetto è invitato a disporre la rimozione dei dispositivi, in caso contrario partirà la denuncia in Procura. Nel contempo l’avvocato Nicolai ha presentato un numero elevato di ricorsi contro le sanzioni: sono circa 100 i riminesi “stangati” dagli autovelox. Di questi, cinque hanno ricevuto più di 20 multe. I ricorsi avrebbero potuto essere di più, ma nel caso di automobilisti con una sola multa dagli importi minimi, le vie legali sono state sconsigliate.
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