L’EPILOGO della leggenda di Armando Arcangeli si è consumato ieri mattina, quando i militari del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza sono andati ad arrestare l’uomo che creò la Valleverde. Da ieri, è confinato ai domiciliari nella sua villa di Riccione, messa sotto sequestro, insieme a case, terreni e conti correnti a San Marino, per un totale di 9 milioni di euro. Le accuse vanno da bancarotta fraudolenta e distrattiva, fino a omesso versamento di Iva per milioni. Secondo la ricostruzione degli investigatori, coordinati dal sostituto procuratore Luca Bertuzzi e guidati dal colonnello Marco Antonucci, Arcangeli avrebbe lasciato la Valleverde quando era ormai sull’orlo del baratro, portandosi via il ‘suo’ capitale appena in tempo. E aprendo così la strada al gruppo bresciano che tradendo gli accordi presi con lavoratori, Tribunale e curatore, depredò l’azienda fino al midollo, facendo convogliare in società satellite i soldi ricavati dalla vendita del magazzino e dai crediti riscossi. Questo, dicono gli inquirenti, l’obiettivo vero, oltre naturalmente al marchio che in Cina e in America valeva ancora un gran bel po’, di quelli che sarebbero dovuti diventare i nuovi padroni. Specialisti, sostengono, nel ‘soccorrere’ un’azienda in crisi fingendone il rilancio, per poi farne razzia. Un piano che probabilmente Arcangeli non conosceva, ma come il peggiore dei capitani abbandonò comunque la nave prima che affondasse. Ai domiciliari ci sono il suo braccio destro, Antonio Gentili, 48 anni, residente a Pesaro, prima direttore generale dell’azienda e poi liquidatore della Spes che attraverso il concordato avrebbe dovuto traghettare la Valleverde spa nella ‘Valleverde srl’ del gruppo bresciano; i ‘brescian’i: Enrico Visconti, 50 anni, di Desenzano, Ernesto Bertola, 61, di Padenghe, Davide Baruffi, 58, Castiglione delle Stiviere e Anna Maria Soncina, 51, anche lei di Desenzano. A loro si aggiungono altri due indagati che non hanno invece misure cautelari, Valerio Scarano, sammarinese, 58 anni, e Venanzio Zangheri, 71, residente a Riccione. Per loro, i sequestri ammontano ad altri 10 e passa milioni di euro.
Resto del Carlino