Rimini. “Ogni anno 50 donne lasciate a casa perchè aspettano un figlio”

pregnant woman put a toy heart to his stomach

GUAI a pensare che il caso di Elisa sia isolato, a Rimini. Di vicende simili, di donne che sono state licenziate o non si sono viste rinnovare il contratto di lavoro dopo essere rimaste incinta, se ne contano purtroppo «a decine ogni anno. Soltanto come Cgil – conferma Lora Parmiani dal sindacati – assistiamo (all’anno) almeno 40 o 50 donne che hanno subito lo stesso trattamento di Elisa…». Nella stragrande maggioranza dei casi, «si tratta di giovani, ragazze intorno ai 30 anni o poco più, che hanno contratti a progetto o a tempo determinato. Tra l’altro per loro le tutele si sono ancor di più ridotte con l’entrata in vigore del jobs act. Prima, infatti, chi aveva il contratto a progetto in caso di maternità aveva diritto per legge a una proroga di 6 mesi del contratto».
IL JOBS ACT toglie, ma in ‘cambio’ dà anche qualcosa. Più certezze per chi aspira a un lavoro a tempo indeterminato. Il parlamentare riminese del Pd Tiziano Arlotti, sulla base dell’ultimo bollettino provinciale del lavoro (da gennaio a settembre) fa notare come «nei primi nove mesi dell’anno le assunzioni a tempo indeterminato, sulla spinta del taglio dei contributi (effettuato con la legge di stabilità) siano raddoppiate passando dal 5,2% dello stesso periodo 2014 al 10% di quest’anno». Secondo Arlotti «è un dato che certifica la bontà delle scelte fatte da governo e parlamento per combattere la precarietà e aumentare il lavoro a tempo indeterminato». Arlotti sottolinea come «siano aumentati gli occupati in agricoltura (+ 1,4%), industria (+8.8%), commercio (+9,3%) e costruzioni (17,8%) mentre sono calate in modo significativo le assunzioni nel settore degli alberghi e della ristorazione (-5,5%)». Un dato che fa riflettere, visti i numeri positivi registrati nel Riminese in termini di arrivi (soprattutto) e di presenze.

RESTO DEL CARLINO