Entra nella toponomastica cittadina il nome di Pier Paolo Pasolini. La città di Rimini omaggia il grande intellettuale italiano con l’intitolazione della rotonda situata tra via Giuseppe Melucci e viale Siracusa, che da martedì 25 novembre porterà il nome di “Rotonda Pier Paolo Pasolini – Scrittore e Regista (1922-1975)“.
La cerimonia di intitolazione si terrà martedì 25 novembre alle ore 16 presso la rotonda stessa, alla presenza dell’assessore alla toponomastica Francesco Bragagni, che presenterà ufficialmente la dedica a uno dei più importanti artisti e intellettuali del Novecento italiano. Pasolini rappresenta una figura centrale della cultura italiana del secondo Novecento. Poeta, scrittore, regista e intellettuale impegnato, ha saputo attraversare tutti i generi della creazione artistica, dal cinema alla letteratura, dal teatro alla saggistica, lasciando un’impronta indelebile nella cultura nazionale e internazionale.
Con questa intitolazione, Rimini riconosce il valore di un artista che ha dedicato la sua vita alla ricerca della verità e alla difesa degli ultimi, testimoniando con coraggio la propria radicale diversità e innovando profondamente il linguaggio cinematografico e letterario italiano.
Pier Paolo Pasolini nacque a Bologna il 5 marzo 1922 e morì assassinato nella notte tra il 1° e il 2 novembre 1975 all’idroscalo di Ostia. Dopo gli studi universitari a Bologna, dove si laureò nel 1945 con una tesi su Pascoli, si trasferì in Friuli nel 1943 con la madre e il fratello Guido, caduto poi nella Resistenza. Nel gennaio 1950 si stabilì definitivamente a Roma con la madre, città che divenne teatro della sua intensa attività artistica e intellettuale. Esordì come poeta in friulano con “Poesie a Casarsa” (1942), per poi affermarsi definitivamente negli anni Cinquanta con opere fondamentali come “Ragazzi di vita” (1955) e la raccolta poetica “Le ceneri di Gramsci” (1957).
La sua vocazione artistica lo portò a sperimentare tutti i generi: fondò con Leonetti e Roversi la rivista “Officina”, divenne condirettore di “Nuovi argomenti” e dal 1961 iniziò la sua straordinaria carriera cinematografica con “Accattone”, seguita da capolavori come “Il Vangelo secondo Matteo” (1964), “Edipo re” (1967), “Teorema” (1968) e la “Trilogia della vita”. Pasolini reinventò il linguaggio cinematografico italiano elaborando la teoria del “cinema di poesia” e realizzando opere di alta qualità figurativa. Intellettuale scomodo e profeta della propria epoca, collaborò intensamente con il giornalismo e il teatro, affrontando spesso battaglie giudiziarie per difendere la libertà d’espressione. La sua opera completa, che spazia dalla poesia al romanzo incompiuto “Petrolio”, dal teatro alla critica letteraria, lo colloca tra i classici del Novecento, testimone inquieto di un’Italia in trasformazione e voce degli ultimi e degli emarginati.
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