È stato ricoverato in ospedale ieri sera Louis Dassilva, unico indagato per l’omicidio di Pierina Paganelli, dopo aver trascorso quasi una settimana senza cibo né acqua in segno di protesta contro la sua detenzione. Lo sciopero della fame e della sete era cominciato sabato 26 aprile, in carcere, dove Dassilva è rinchiuso da mesi, continuando a proclamarsi innocente.
Il ricovero è avvenuto a scopo precauzionale, secondo quanto comunicato dall’amministrazione penitenziaria ai suoi legali, Riario Fabbri e Andrea Guidi, che stanno ora tentando di ottenere il permesso per una visita urgente. Al momento non è stato reso noto in quale struttura sanitaria sia stato trasferito, ma si parla di condizioni fisiche in rapido peggioramento.
Dassilva avrebbe rifiutato ogni forma di assistenza medica all’interno del carcere, motivando il gesto come atto di resistenza estrema a una detenzione che ritiene ingiusta. I suoi avvocati, pur invitandolo più volte a interrompere lo sciopero, hanno rispettato la sua scelta e ora si dicono “seriamente preoccupati” per le sue condizioni.
Il caso dell’omicidio di Pierina Paganelli, pensionata trovata uccisa a Rimini nell’autunno del 2023, continua a scuotere l’opinione pubblica. Dassilva, ex vicino di casa della vittima, è stato arrestato sulla base di elementi indiziari che la difesa definisce “fragili e tutt’altro che risolutivi”. Lo sciopero della fame – e ancor più della sete – appare oggi come una drammatica forma di dissenso e disperazione che riporta al centro il dibattito sul caso.
La difesa si prepara ora a depositare nuove istanze, valutando anche l’ipotesi di chiedere la revoca della misura cautelare alla luce dell’aggravarsi delle condizioni fisiche dell’indagato.