Rimini, omicidio Pierina Paganelli: oggi incidente probatorio sugli audio della notte del delitto. Altra verifica chiave per il futuro di Dassilva

Giornata decisiva oggi, lunedì 9 giugno, per l’inchiesta sull’omicidio di Pierina Paganelli, la donna brutalmente uccisa con 29 coltellate nella notte tra il 3 e il 4 ottobre 2023 nel garage del condominio dove viveva. Il procedimento, che da mesi tiene alta l’attenzione pubblica e mediatica, entra in una nuova fase con l’analisi in incidente probatorio di due registrazioni audio potenzialmente rilevanti per l’indagine.

Si tratta di tracce acquisite da una telecamera di sorveglianza posizionata nei pressi del box dove avvenne il delitto. I file, uno registrato la sera stessa dell’omicidio e l’altro la mattina successiva – momento in cui fu scoperto il corpo – potrebbero contenere suoni, voci o rumori utili a ricostruire con maggiore precisione quanto accaduto in quelle ore.

Al centro del caso rimane Luis Dassilva, 35 anni, cittadino nigeriano, da quasi un anno detenuto con l’accusa di essere l’unico responsabile dell’omicidio. Dassilva, che si è sempre proclamato innocente, ha ripreso nei giorni scorsi lo sciopero della fame, già intrapreso in passato e interrotto dopo un ricovero d’urgenza lo scorso aprile. Con questa protesta, l’indagato ribadisce la richiesta di scarcerazione, sostenuto dai propri avvocati, i quali denunciano una detenzione che giudicano priva di fondamento.

Le richieste di revoca della custodia cautelare sono però sempre state rigettate: sia il Tribunale del Riesame che la Corte di Cassazione hanno confermato l’ordinanza emessa il 16 luglio 2024, ritenendo sussistenti gli indizi a carico dell’indagato e il rischio di reiterazione del reato.

L’udienza odierna si preannuncia dunque come un possibile snodo dell’intera inchiesta. Le conclusioni tecniche che emergeranno dall’ascolto e dall’analisi delle registrazioni potranno rafforzare o indebolire la posizione dell’indagato, contribuendo a delineare meglio il contesto temporale e sonoro della tragedia.

Mentre la difesa continua a parlare di errore giudiziario e chiede il proscioglimento del proprio assistito, gli inquirenti puntano a consolidare un impianto accusatorio che, al momento, si basa su elementi indiziari ancora da rafforzare con prove decisive. La ricerca della verità, in un caso che ha sconvolto la città, è tutt’altro che conclusa.