Rimini. Omicidio Tucci: il 13 marzo parte il processo. La difesa: terapie per salvare la vittima inefficaci a causa dell’assunzione di alcol

Il 13 marzo inizierà il processo a Klajdi Mjeshtri, un buttafuori di origine albanese, accusato di aver ucciso a pugni un vigile del fuoco davanti a una discoteca di Miramare, dove lavorava. Il processo si svolgerà davanti al Gup, Vinicio Cantarini, dopo la richiesta del sostituto procuratore, Davide Ercolani, di un giudizio immediato. Mjeshtri è detenuto in carcere dal 12 giugno 2023, giorno della morte del vigile del fuoco, Giuseppe Tucci.

Il 13 marzo il giudice deciderà sul rito abbreviato, richiesto dall’imputato, che dipenderà dall’audizione del medico legale o dalla sua relazione scientifica. Secondo la perizia medica della difesa, Tucci sarebbe morto a causa della vasodilatazione causata dall’assunzione di alcol, rendendo inefficaci le terapie ospedaliere per l’ematoma alla nuca causato dai pugni di Mjeshtri. La Procura contesta due aggravanti, la minorata difesa della vittima e l’aggressione avvenuta in ambito lavorativo. Nonostante le aggravanti, è ancora possibile che il processo si svolga con il rito abbreviato e venga ridotta la pena. Il processo sarà incentrato sulle perizie, con la difesa che considera il pestaggio come una concausa e la consulenza del PM che stabilisce la compatibilità tra i pugni di Mjeshtri e la morte di Tucci.

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