Rimini. Pantani, la famiglia non si rassegna. “Via da Rimini l’inchiesta sulla morte”

PantaniTogliere alla Procura di Rimini l’inchiesta sulla morte di Marco Pantani. Ecco la richiesta che è pronta a fare la famiglia del Pirata, tramite l’avvocato Antonio De Resis, alla Procura Generale di Bologna, che potrebbe così avocare a sè il fascicolo tutt’ora aperto con l’ipotesi di omicidio contro ignoti. Una richiesta dura, clamorosa, che verrà formalizzata non appena il procuratore capo di Rimini, Paolo Giovagnoli, depositerà la richiesta di archiviazione che sta scrivendo in questi giorni. Una conclusione questa che la famiglia Pantani, mamma Tonina in testa, non accetterà mai. Oltre all’apposizione all’archiviazione davanti al gip, dunque sarà richiesta anche l’avocazione alla Procura generale sul presupposto che a Rimini non c’è la necessaria tranquillità per svolgere le indagini riaperte un anno fà dopo l’esposto dei famigliari.

In caso di richiesta di archiviazione – spiega De Rensis – faremo un’opposizione durissima davanti al gip e chiederemo l’avocazione alla Procura generale perchè riteniamo che siano emersi tanti elementi di indagine da meritare approfondimenti che tutt’ora non ci risultano fatti. In primis gli esami sui campioni biologici”.

La lista dei “punti critici” è lunga secondo la famiglia Pantani. Primo la pallina di pane e coca che si vede vicino al corpo del ciclista morto il 14febbraio 2004, nel filmato della Scientifica, ma che gli infermieri intervenuti sul posto dicono di non aver mai visto. Secondo: il titolare del residence assicura di aver visto il lavandino della camera smontato, mentre nel filmato è al suo posto. Terzo: il fatto che il corpo sia stato spostato, secondo i periti della famiglia.

Per la famiglia la verità è un’altra e ancora da scoprire.

Sara Ferranti