SONO ORE con il fiato sospeso per il ‘Fellini’. Si attende da un momento all’altro il verdetto del Consiglio di Stato, che deve decidere se accogliere i ricorsi di Enac e Airiminum e scongiurare (almeno temporaneamente) un nuovo stop ai voli per l’aeroporto di Rimini. «Domani (oggi per chi legge, ndr) ne sapremo di più», si limita a dire per ora il presidente di Enac Vito Riggio, dopo l’udienza di ieri mattina a Roma. Stavolta in pista c’è la sopravvivenza del ‘Fellini’, che rischia di chiudere dopo la sentenza del Tar, che ha giudicato nullo il bando con cui Enac ha affidato la gestione dello scalo ad Airiminum. L’Enac ha chiesto al Consiglio di Stato di sospendere subito il verdetto del tribunale amministrativo, consentendo così all’aeroporto di Rimini di proseguire i voli fino a quando non i giudici non entreranno nel merito del contenzioso. In realtà ieri mattina gli avvocati hanno fatto capire che, anche in caso venga respinto il ricorso, Enac ha la possibilità di mandare avanti per qualche mese i voli del ‘Fellini’, visto che si tratta di «un servizio pubblico» che va garantito.
NEGLI AMBIENTI di Enac e di Airiminum, come conferma il presidente della società di gestione Laura Fincato, «c’è un cauto ottimismo. Crediamo che alla fine il Consiglio di Stato possa concedere la sospensiva. Abbiamo anche chiesto ai giudici di decidere presto nel merito del contenzioso. Questa incertezza sta penalizzando la nostra attività: non abbiamo chiuso i contratti per i nuovi voli proprio perché non sappiamo se saremo ancora noi a gestire il ‘Fellini’». Se ne saprà di più oggi, ma l’impressione è che per ora l’aeroporto di Rimini sia salvo. Nel frattempo la consigliera regionale del Movimento 5 Stelle Raffaella Sensoli chiede alla Regione di «costituirsi parte civile» nel processo per il crac di Aeradria, «nei confronti di chi sarà rinviato a giudizio». Questo perché «la condotta scellerata di amministratori pubblici e privati ha provocato un grave danno per tutto il territorio e mandato all’aria gli investimenti della Regione».
