Come tanti suoi connazionali nel 2012 era sbarcata a Lampedusa a bordo di uno di quei famosi barconi della morte con tanto di passaporto falso. Poi il successivo trasferimento a Napoli e Roma dove la nigeriana, oggi 30enne, veniva costretta dal suo protettore a prostituirsi.
Fino a quando non conobbe a Faenza un connazionale che la tolse dalla strada con la quale la nigeriana ebbe una bambina partorita a fine 2012 all’ospedale di Rimini.
Nel 2013 il Comune di Rimini segnalò alla Procura che la bambina era stata registrata sotto un falso nome. Da lì partirono le prime indagini che misero in luce la falsità dei documenti della donna procedendo alla rettifica l’atto di nascita.
Ora le indagini si stanno volgendo alla conclusione e il reato di cui è accusata la giovane nigeriana è piuttosto grave e potrebbe portare ad una pena che varia dai 5 ai 15 anni di reclusione.
La donna, che resta tutt’ora indagata, si è giustificata dicendo che non aveva scelta e che quello, benchè falso, era l’unico documento che possedeva, che in quel modo non sarebbe mai potuta essere rintracciata da coloro che per tanto tempo l’avevano fatta prostituire e che ha agito così solamente per dare un futuro migliore alla sua bambina.
Sara Ferranti