Rimini. Permessi sindacali sospetti «Così disertavano l’ospedale»

nuovo-pronto-soccorso-ospedale-infermi-rimini-e1304412987711DUE SINDACALISTI indagati per truffa aggravata ai danni dello Stato e falso ideologico aggravato. E non si tratta di due sindacalisti qualunque, ma di Nicoletta Perno, 55 anni, e di suo marito, Vito Nicola Lombardi, 56, rispettivamente segretario provinciale e segretario amministrativo della Uil-Spl (Federazione poteri locali) di Rimini. L’accusa è quella di avere abusato del loro ruolo di dirigenti per assentarsi dal lavoro più del dovuto. Accusa che i due indagati, difesi dall’avvocato Marco Ferri, respingono ad oltranza pronti, dicono, a dimostrare carte alla mano che non hanno mai fatto niente del genere.
MOGLIE e marito lavorano entrambi per l’Ausl. Lei come tecnico di Radiologia e lui come coordinatore infermieristico di Ortopedia. I fatti contestati dagli inquirenti fanno riferimento agli anni 2012 e 2013, quando arrivò in procura un esposto firmato dall’allora dirigente dell’Azienda, Marcello Tonini, ora direttore generale dell’Ausl Romagna. Nella denuncia si puntava il dito contro i due sindacalisti, colpevoli, secondo loro, di avere usufruito di permessi sindacali in maniera esagerata e senza motivazioni plausibili. Nell’esposto si diceva che, a seguito di segnalazioni e accertamenti, risultava che la coppia si era assentata per tutto il giorno quando ad esempio la riunione sindacale era durata non più di un paio d’ore, in altri casi invece, secondo loro non c’erano nemmeno gli estremi per usufruire di quei permessi. Assenze che avevano messo in difficoltà i reparti per cui lavoravano.
IL PUBBLICO ministero, Luca Bertuzzi, aveva disposto indagini molto approfondite da parte dei carabinieri. Ogni riunione sindacale era stata attentamente scandagliata, c’erano stati addirittura pedinamenti e l’installazione del gps sull’auto. Non solo, gli inquirenti avevano anche raffrontato il monte ore di permessi con quelli di altri sindacalisti, concludendo che quelli dei due dirigenti Uil erano di molto superiori. All’esito delle indagini, il pubblico ministero aveva chiesto al giudice per le indagini preliminari anche che moglie e marito venissero sospesi dal servizio in ospedale, ma il giudice aveva rigettato, anche grazie alle argomentazioni difensive che avevano sottolineato come il permesso sindacale non potesse essere puramente circoscritto alle riunioni in sè che necessitavano di una serie di incombenze che dilatavano i tempi. Ora però il pm è pronto a inviare l’avviso conclusioni indagini, preludio alla richiesta di rinvio a giudizio.

Resto del Carlino