Rimini. Pestata a sangue in discoteca da 6 ”bulle”. L’accusa: aveva soffiato il ragazzo ad una di loro.

Accerchiata, insultata e poi colpita a sangue da una banda di giovanissime bulle, gelose dei suoi successi personali, ma soprattutto della sua bellezza. Così a lei, studentessa di 15 anni del Riminese, hanno tirato i capelli con inaudita violenza, l’hanno sbattuta a terra e ricoperta di calci e pugni, persino quando aveva tentato di ripararsi nell’auto di un amico. Non potevano sopportare le sei che l’affascinante quindicenne (che è assistita dall’avvocato Stefano Caroli) avesse soppiantato una di loro nel cuore di un ragazzo di poco più grande. Da qui la voglia di vendetta e punire la ‘bella’. Ma di quella spedizione punitiva adesso sono chiamate a rispondere, davanti ai giudice per le udienze preliminari del tribunale dei minorenni sei ragazzine che, all’epoca dei fatti, nel dicembre 2013, avevano tra i quattordici ed i quindici anni. Sei ragazze, tutte riminesi e di buona famiglia, figlie di albergatori e professionisti, si troveranno davanti al gup il prossimo 9 febbraio. In quella data sapranno se il giudice le rinvierà a processo. Sono accusate, a vario titolo, di percosse, lesioni personali aggravate dai futili motivi, ingiurie, violenza privata. E quell’8 dicembre del 2013 le sei bulle, stando alle accuse, erano entrate in azione in una discoteca di Misano dove la quindicenne si trovava con altri amici. Prima era stata avvicinata da due quindicenni che le avevano tirato con violenza i capelli e coperta di insulti. Neanche il tempo di allontanarsi dalla pista da ballo, che il branco era tornato a farsi sotto, sempre con la stessa strategia: insulti, minacce e poi la presa dei capelli per strapparglieli, come a volerle sfregiare quella sua bellezza così evidente. Non si erano fermate le sei neanche quando l’avevano vista soffrire disperatamente, cercare aiuto e neanche quando era intervenuto il personale della sicurezza del locale per farle desistere. La giovanissima vittima era allora uscita dal locale, cercando un posto sicuro nell’auto dell’amico in attesa dell’arrivo dei genitori, ma neanche all’interno dell’autovettura la furia delle sei si era placata. Erano riuscite a scaraventarla fuori dall’auto ed a picchiarla ancora selvaggiamente, sotto un diluvio di parolacce. «Dovevi sentire come urlava, i suoi capelli erano nelle mani della gente», si erano vantate poche ore dopo quell’aggressione selvaggia su Ask. I genitori della ragazzina, tramite l’avvocato Stefano Caroli, avevano subito presentato denuncia dopo che la loro figlia era stata costretta a ricorrere alle cure del pronto soccorso per le lesioni riportate. Ma ancora più profonde sono state le le ferite dell’anima. «La mia cliente è stata seguita da uno psicologo per molto tempo perché aveva paura ad uscire di casa. Troppo lo choc subito–spiega l’avvocato Caroli–. Da allora mai una parola di scusa nè dalle ragazze nè dalle loro famiglie. E questo è ancora più inaccettabile». Il Resto del Carlino