Questa volta all’angolo ci sono i bulli. Otto ragazzi, di cui cinque minorenni, di un istituto riminese che hanno terrorizzato per mesi un compagno di scuola. Picchiandolo, umiliandolo spaventandolo a morte, al punto da farlo finire in ospedale con attacchi di ansia. Alla fine la storia è venuta fuori, i genitori hanno presentato una denuncia e gli otto sono finiti sotto inchiesta da parte dei poliziotti dell’Anticrimine della questura. I ragazzi sono stati sentiti nei giorni scorsi, ma pare di capire che le sofferenze inflitte al ragazzino per loro siano state soltanto un gioco.
Non c’è mai un movente vero quando i bulli scelgono un bersaglio. Di solito è il compagno più tranquillo, magari quello che va bene a scuola, ma soprattutto è il bisogno da parte del branco di sentirsi importanti. E ci riescono quando leggono il terrore negli occhi della loro vittima. Prima hanno cominciato i cinque minorenni, tutti in classe con il ragazzino, gli altri tre si sono aggiunti dopo. Ogni giorno il poveretto doveva fare i conti con insulti, minacce, schiaffoni e sgambetti. «Non sei nessuno», «Ti ammazziamo», «Ti aspettiamo fuori». E fuori ogni volta c’erano davvero. Quando all’una suona la campanella, i ragazzi scappano via da scuola, ma per lui non era così. Per la paura di trovarsi di fronte i suoi aguzzini, lui aspettava che l’istituto si fosse svuotato, ogni volta sperando in cuor suo che si fossero stancati di aspettarlo e se ne fossero andati. Non era quasi mai così, loro erano fuori per infliggergli la dose quotidiana di una crudeltà come solo i ragazzi sono capaci. Per umiliarlo gli hanno gettato addosso anche la spazzatura. La vittima è andata avanti così per mesi, non dormendo la notte, piangendo di nascosto e cambiando ogni volta il percorso per andare a scuola, per evitare gli agguati che gli tendevano. Tre volte è finito in ospedale, due per attacchi d’ansia e un’altra per le botte che aveva preso.
Alla fine però non ce l’ha fatta più ed è crollato, confidando ai genitori quello che stava passando. E questi sono andati dritti a denunciare gli otto bulli. Gli investigatori dell’Anticrimine non ci hanno messo molto a verificare che il racconto del ragazzino era vero, e hanno aperto un fascicolo per stalking. Dei maggiorenni si occuperà la Procura di Rimini, mentre i cinque compagni di scuola che non hanno ancora raggiunto la maggiore età, se la vedranno con i giudici dei minori di Bologna.
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