Rimini. I piccoli azionisti vanno alla guerra “Noi parte civile nel processo Carim”

CARIML’ULTIMO filone dell’inchiesta su Carim non ha fatto che rinvigorirli. I piccoli azionisti della banca guidati da Enrico Cecchi, ex comandante della Guardia di finanza e autore di molti degli esposti che hanno inguaiato l’istituto di credito, hanno deciso ieri praticamente all’unanimità di costituirsi parte civile nel processo. La decisione è stata presa ieri all’assemblea all’hotel Sporting con voto quasi plebiscitario: degli oltre 150 piccoli soci di Carim presenti solo uno si è astenuto, tutti gli altri hanno votato a favore. L’udienza preliminare, per gli ex amministratori di Carim indagati per vari reati, si terrà l’8 marzo: quel giorno si saprà chi sarà rinviato a giudizio e chi verrà ‘graziato’. «Molti ex amministratori indagati si sono appellati alle nuove norme e sentenze sul falso in bilancio – fa notare Davide Lombardi, l’avvocato del comitato dei piccoli azionisti – Noi faremo la nostra parte, costituendoci parte civile nel processo. E chiederemo che la banca sia riconosciuta responsabile civile dei danni da reato. In quel caso, se gli imputati una volta condannati non potessero pagarci, sarà la Carim a doverci rifondere dei danni subiti dalle operazioni che hanno svalutato le azioni». Al processo contro gli ex vertici dell’istituto potrebbe costituirsi parte civile secondo Lombardi anche «Banca Etruria. Detiene una quota importante di Carim (il 2,5% circa) e ha tutto l’interesse, specie in questo momento, a tutelare il proprio patrimonio».

Resto del Carlino