«Giamma era fatto così: rischiava la vita per aiutare gli altri. No, non può essere successo davvero…» I familiari di Gianmarco Zavoli, il pilota riminese ai comandi dell’elicottero del 118 schiantatosi a Campo Felice, ancora si rifiutano di crederci. Da martedì, quando da L’Aquila è arrivata la conferma che il 46enne aveva perso la vita insieme al resto dell’equipaggio, sono trincerati nel silenzio. Troppo grande il dolore… Soprattutto quello dei genitori, che per anni hanno gestito l’edicola di piazzale Kennedy. «Sono ancora sotto choc, adesso è impossibile parlare con loro – dice al telefono una zia del 46enne–. Gianmarco? Era un ragazzo meraviglioso…» A San Giuliano mare c’è la casa del pilota. Era qui che abitava insieme a Clara, la compagna di origine argentina, quando non si trovava a L’Aquila a lavorare sugli elicotteri del 118. Gianmarco e Clara (partita ieri per l’Abruzzo) si erano conosciuti a Grosseto, ai tempi in cui lui pilotava gli Eurofighters dell’Aeronautica militare: alle spalle aveva anche delle missioni in Afghanistan, e aveva volato con i jet sopra le zone di guerra. Ma il 46enne era anche un grande sportivo. Tra le sue passioni c’era quella per la bicicletta. Da quasi due anni faceva parte del g.s. Cicli Matteoni. «Aveva appena rinnovato la tessera – ricorda Morena Matteoni –. Si univa spesso al nostro gruppo e partecipava alle uscite in bicicletta, almeno quando non era impegnato con il 118 a L’Aquila. Diceva sempre che per lui non esistevano giorni festivi: tutto passava in secondo piano quando si trattava del lavoro. Era una persona che non si tirava mai indietro: sapeva di rischiare la vita per aiutare il prossimo, ma la cosa non gli pesava e lo faceva volentieri» Ma oltre alla bici, c’era anche la palestra: Gianmarco si allenava con Stefano Carlini, amico e personal trainer. «Era un grande altruista – dice quest’ultimo –. Una persona meravigliosa, solare, che si dava totalmente agli altri». Quella di Gianmarco, si legge nella nota del Comune di Rimini, era «una missione nobile, solo l’ultima delle tante che l’avevano visto impegnato nel mettere a disposizione la propria capacità professionale e la propria immensa umanità. Ai famigliari, amici, a chi gli ha voluto bene l’amministrazione comunale si stringe partecipe al dolore per la tragica scomparsa». L’elicottero pilotato da Zavoli era intervenuto a Campo Felice per soccorrere uno sciatore ferito. L’incidente sarebbe stato causato dalle condizioni meteo proibitive: nebbia fitta e nubi basse. «Siamo pronti a tornare alla base» aveva detto alla radio Gianmarco, dopo aver caricato a bordo il ferito. Poi lo schianto. Ieri mattina dal velivolo è stata recuperata la scatola nera, che è stata presa in consegna dall’Agenzia Nazionale per la Sicurezza del Volo. Il Resto del Carlino
