I MIGRANTI trovano le porte aperte nelle chiese del riminese. «Quella del Papa è un’idea splendida – dice don Aldo Amati della parrocchia di San Gaudenzo a Rimini –. E come parroci ci stiamo già organizzando per accogliere i profughi negli spazi delle nostre canoniche. Dovremo trovare le modalità e i criteri, di cui per altro abbiamo già discusso, attraverso i quali seguire questa strada così che le parrocchie si possano fare carico delle famiglie di migranti». C’è chi si sta organizzando guardando alle camere vuote. «Abbiamo due canoniche – premette don Franco Mastrolonardo, della parrocchia Gesù Redentore, a Riccione –. Se come preti ci stringiamo possiamo trovare lo spazio per accogliere le famiglie. Le parole del Papa non fanno che confermare i desideri di noi sacerdoti. E non ci vogliamo e possiamo fermare alla semplice accoglienza. Cercheremo di coinvolgere le famiglie di migranti che arriveranno, nelle attività della parrocchia per far sì che queste persone possano integrarsi con la nostra realtà». Alla chiesa riccionese sono intenzionati a non perdere tempo: «Sarà una svolta epocale per il cristianesimo e noi nella nostra quotidiana esperienza siamo già in contatto con preti e famiglie tra la Siria e l’Iraq». Anche alla Colonnella, chiesa di Santa Maria Annunziata, don Concetto Reveruzzi, è pronto ad accogliere i profughi. «Il richiamo del Papa è importante e ne ho già parlato a messa la sera stessa. Ora si tratterà di stabilire gli aspetti pratici per accogliere le famiglie, trovando strutture adeguate, magari unendo le forze di più parrocchie per riuscirci, e cercando anche la disponibilità dei parrocchiani. Non possiamo permetterci di offrire solo un letto. Dobbiamo dare una opportunità a queste persone. Ora dobbiamo agire, combattere la paura che può esserci tra la gente quando si parla di migranti».
PORTE spalancate anche alla parrocchia San Paterniano di Villa Verucchio. «Condivido l’appello lanciato dal Santo Padre – afferma don Pierpaolo Conti –. Speriamo in futuro di avere la possibilità di metterlo in pratica. Non è più ammissibile restare a guardare in silenzio le immagini di questa tragedia, ma è importante che tutti si mettano in gioco. La mia parrocchia è pronta a fare la sua parte, anche se al momento non disponiamo di locali liberi per l’ospitalità dei migranti. Valuteremo eventuali soluzioni. Il prossimo passo sarà incontrarsi con le istituzioni e i vari enti pubblici per capire come poterci muovere». «Le parole di Sua Santità sono giuste – aggiunge don Giovanni Tonelli, della parrocchia di San Lorenzo in Correggiano di Rimini –. Si tratta di capire se Papa Francesco, con il termine ‘parocchia’, volesse designare una comunità di fedeli oppure un luogo fisico. In quest’ultimo caso, andrebbero comunque ripensati gli spazi a disposizione, per capire come meglio gestire l’aspetto dell’accoglienza».
PORTE spalancate anche alla parrocchia San Paterniano di Villa Verucchio. «Condivido l’appello lanciato dal Santo Padre – afferma don Pierpaolo Conti –. Speriamo in futuro di avere la possibilità di metterlo in pratica. Non è più ammissibile restare a guardare in silenzio le immagini di questa tragedia, ma è importante che tutti si mettano in gioco. La mia parrocchia è pronta a fare la sua parte, anche se al momento non disponiamo di locali liberi per l’ospitalità dei migranti. Valuteremo eventuali soluzioni. Il prossimo passo sarà incontrarsi con le istituzioni e i vari enti pubblici per capire come poterci muovere». «Le parole di Sua Santità sono giuste – aggiunge don Giovanni Tonelli, della parrocchia di San Lorenzo in Correggiano di Rimini –. Si tratta di capire se Papa Francesco, con il termine ‘parocchia’, volesse designare una comunità di fedeli oppure un luogo fisico. In quest’ultimo caso, andrebbero comunque ripensati gli spazi a disposizione, per capire come meglio gestire l’aspetto dell’accoglienza».
Fonte: RESTO DEL CARLINO