Rimini. “Porto in disco mamma e papà.” A Rimini c’è chi scegli l’antisballo

discotecaÈ MEZZANOTTE e qualche minuto. Cenerentola a quest’ora starebbe già correndo verso casa prima che si rompa l’incantesimo. Invece Giulia, 17 anni e capelli con
mèche viola, se la spassa ancora in pista ‘pogando’ e ballando che è un piacere insieme ai suoi amici. «È ancora presto per tornare a casa. E poi finché c’è mia madre qui…». Già, la mamma è in un angolo della gradinata che si affaccia sulla pista da ballo del Velvet, e non si perde i movimenti della figlia per un attimo. È in buona compagnia: sulla stessa gradinata siedono almeno un’altra ventina di genitori.
È la nuova frontiera del ballo, o se volete dell’anti-sballo: da quest’anno al Velvet, storico tempio del rock sulle colline di Rimini, i minorenni non possono più entrare. Unica eccezione le serate dei concerti come quella inaugurale dell’altro ieri, a cui i ragazzi che hanno compiuto almeno 16 anni sono ammessi ma solo se accompagnati dai genitori.

UNA VIA drastica, quella imboccata dalla discoteca riminese dopo la morte di Lamberto Lucaccioni al Cocoricò (e i sigilli ad altri locali della Riviera per rissa e spaccio). «Una decisione sofferta, ma i ragazzi, e anche i loro genitori, pare l’abbiano capita», assicura Lucia Chiavari, la giovane titolare del Velvet. I primi risultati si sono visti sabato sera. Eccoli ragazzini e ragazzine in jeans strappati, shorts e sneakers, scendere in pista con mamma e papà. A dire il vero molti genitori (che, per entrare, pagano un prezzo popolare: 2 euro), più che ballare con i figli, preferiscono starsene seduti a chiacchierare e a ricordare quando in discoteca ci andavano loro, e naturalmente senza la mamma al seguito. «Ma io reputo giusta la scelta del Velvet – dice convinto Luigi, mentre si aggira un po’ stralunato per i corridoi del locale –. Mia figlia ha solo 16 anni, e mi sento più sicuro se posso tenerla d’occhio». A Maurizio, invece, non par vero di aver rimesso piedi al Velvet. «Ci venivo quando ero giovane. Tornarci adesso, con mia figlia… Troppo divertente». Le loro figlie annuiscono, ma glielo si legge in faccia mentre provano a sottrarsi agli occhi vigili dei papà: avrebbero preferito di gran lunga entrare da sole.

MA IL VELVET non fa sconti. E infatti all’ingresso i controlli sono più rigorosi che mai. I buttafuori chiedono la carta d’identità a tutti i ragazzi che sembrano dimostrare meno di 18 anni. Il locale impone la presenza dei genitori anche per alcuni componenti della band sul palco, gli Alternative station, formata da alcuni giovani riminesi tra i 17 e i 18 anni. Si balla fino all’una di notte, perché dopo quell’ora i minorenni al Velvet non possono più restare. Dall’una in poi inizia la notte dei ‘grandi’. «Peccato, mi stavo divertendo… Anche se non è proprio il massimo andare in discoteca con papà», sorride Bianca, 16 anni appena compiuti. Ma il padre, Marco Donati, è pronto a fare il bis. «Se Bianca me lo chiede, io la accompagna ancora volentieri…!».

Resto del Carlino