Dopo otto mesi trascorsi nel carcere di Rimini, Louis Dassilva potrebbe presto tornare in libertà. La decisione, tuttavia, dipenderà dall’interrogatorio che si terrà oggi di fronte al giudice per le indagini preliminari Vinicio Cantarini, lo stesso che lo scorso luglio aveva firmato l’ordinanza di custodia cautelare su richiesta del pubblico ministero Daniele Paci.
Al centro dell’udienza ci saranno le dichiarazioni rese di recente da Manuela Bianchi, ex amante di Dassilva, che potrebbero rimescolare le carte dell’inchiesta. Il magistrato vorrà chiarire se l’uomo abbia davvero raccontato tutto quello che sa sulla morte della 78enne trovata senza vita la mattina dell’arresto.
Nel frattempo, la difesa di Dassilva – rappresentata dagli avvocati Riario Fabbri e Andrea Guidi – ha depositato una dettagliata istanza di scarcerazione. A sostegno della richiesta, i legali hanno evidenziato come le prove scientifiche, in particolare i test sul DNA e le immagini della telecamera Cam3, non collocano il loro assistito sulla scena del crimine. Oltre agli elementi forensi, la difesa ha puntato anche sulle dichiarazioni raccolte nel corso delle indagini per smontare, punto per punto, l’impianto accusatorio della Procura.
“Riteniamo che il quadro indiziario contro Dassilva sia ormai venuto meno“, hanno dichiarato Fabbri e Guidi. “Per questo motivo, chiediamo che venga immediatamente scarcerato senza alcuna restrizione“, ricordavano ieri le cronache locali.
Ora l’ultima parola spetta al giudice. Se Dassilva confermerà la sua estraneità ai fatti, il magistrato dovrà valutare se sussistano ancora le condizioni per trattenerlo in carcere. Gli accertamenti tecnici effettuati finora non lo collocano sulla scena del delitto, un dettaglio che potrebbe pesare sulla decisione finale.
Un’eventuale scarcerazione rappresenterebbe un duro colpo per la Procura, che si troverebbe costretta a rivedere l’intero impianto investigativo e a esplorare nuove piste per individuare il responsabile dell’omicidio