Rimini presenta il suo Piano di Inclusione sociale e Contrasto all’Isolamento

“L’inclusione sociale è un valore fondamentale per costruire una società equa, giusta e rispettosa delle differenze”.

È con questa visione che si apre il nuovo Piano Generale di Inclusione Sociale e Contrasto all’Isolamento del Comune di Rimini, che verrà presentato pubblicamente l’11 giugno (ore 15.30) al Cinema Teatro Tiberio in un incontro aperto alla città. Un appuntamento che segna la tappa finale di un percorso durato due anni, costruito attraverso il progetto partecipativo Gente di Rimini, con il contributo di oltre 200 soggetti tra cittadini, associazioni, scuole, imprese e gruppi informali. Un lavoro collettivo che ha portato non solo all’elaborazione di linee guida e strategie, ma alla definizione di azioni concrete, strutturate e finanziabili, pronte a essere introdotte.

A distinguere questo Piano, che ha pochi precedenti a livello nazionale – tra le grandi città solo Torino ha adottato un documento simile – è la sua impostazione non assistenziale ma trasformativa, allo scopo di creare le condizioni di autonomia e partecipazione reale per tutte le persone, in particolare quelle in situazione di marginalità o fragilità.

“Con questo Piano puntiamo a costruire una città sempre più inclusiva e in grado di dare a tutte e tutti le stesse opportunità – spiega Kristian Gianfreda, assessore alla protezione sociale del Comune di Rimini -. Per noi inclusione vuol dire libertà, indipendenza, sentirsi parte di una comunità. Ogni progetto nasce per durare nel tempo e per portare un cambiamento concreto nella vita delle persone, anche grazie al lavoro di squadra tra diversi settori. Questo documento è la nostra bussola: ci guiderà nel costruire, insieme, una città dove nessuno resta indietro e dove il terzo settore continua ad avere un ruolo prezioso e insostituibile.”

Un esempio arriva dal fronte dell’accessibilità urbana, dove il Comune di Rimini punta sull’innovazione tecnologica per mappare e superare le barriere architettoniche. Verrà infatti esteso a tutta la città un sistema digitale avanzato, già testato nei quartieri di Orsoleto, Padulli e Miramare, per valutare criticità e punti di forza delle aree urbane in termini di inclusione. Il progetto prevede anche l’introduzione di forum di coprogettazione con persone con disabilità, urbanisti e architetti per sviluppare soluzioni su misura.

Sul piano dell’inclusione lavorativa, oltre all’introduzione di figure professionali come il Disability Advisor e il Work Coach, nati per facilitare l’incontro tra aziende e lavoratori con disabilità, si prevede anche un marchio di qualità ‘Luoghi di Operosità Produttiva (LOP)’ pensato per riconoscere l’impegno delle imprese virtuose. Tra i progetti più ambiziosi figura Inclusive 4 All, una sperimentazione per favorire l’inserimento di persone con disabilità intellettiva nel settore ricettivo. Il piano contempla inoltre il sostegno all’autoimprenditorialità, attraverso sportelli dedicati e spazi di coworking.

Grande attenzione è riservata anche alle giovani generazioni, con una serie di progetti capaci di coniugare educazione, cultura e cittadinanza attiva. Tra questi, spiccano i Cantieri sociali di arte e scienza, rivolti ai bambini dai 5 ai 14 anni per contrastare la povertà educativa, e il festival Mappa del Mondo Nuovo, dove i giovani diventano protagonisti nel ridisegnare l’agenda culturale e sociale del futuro. Il format Adotta un’opera, infine, consente ai ragazzi di raccontare con linguaggi contemporanei e social il patrimonio culturale cittadino. Infine, il Piano valorizza i luoghi di comunità come spazi di prossimità e inclusione: dalle scuole aperte con oasi climatiche, ai centri sportivi con educatori specializzati, fino all’utilizzo del demanio fluviale per attività sociali e ambientali promosse dal terzo settore.

Focus anche sull’abitare solidale, con sostegno a forme di co-housing e vicinato elettivo, rese possibili anche attraverso revisioni urbanistiche ad hoc.

A rendere operativo il Piano, che avrà durata quadriennale, saranno team di progetto dedicati, con project manager, gruppi di monitoraggio intersettoriali e un modello organizzativo plurale, in grado di garantire un’implementazione continua delle azioni previste.

Durante l’incontro al Tiberio, oltre a raccontare gli esiti del questionario ‘Gente di Rimini, come va?’, a cui hanno risposto 300 cittadini, si entrerà nel merito delle azioni previste. Accanto al sindaco Jamil Sadegholvaad e all’assessore Kristian Gianfreda, parteciperanno l’assessora regionale al Welfare Isabella Conti, l’assessore regionale alle Politiche abitative, al Lavoro e alle Politiche giovanili Giovanni Paglia, e lo storico dell’arte Alessandro Giovanardi.

“Un documento fondamentale, di sviluppo della città – è il commento di Sara Branchini, referente di Centro Antartide – che si è articolato come un viaggio di due anni, andando a sollecitare operatori dell’amministrazione e poi il mondo del sociale, delle imprese e delle scuole per fare insieme a loro un quadro dei bisogni e delle opportunità presenti sul territorio, individuando azioni che possano portare a una innovazione cittadina nei 4 ambiti individuati: l’accessibilità, i luoghi di comunità, l’inclusione lavorativa, l’inclusione culturale dei giovani e delle giovani”.

Il contesto demografico: per ogni cittadino under 14 ce ne sono due sopra i 65 

A dare concretezza al Piano di inclusione sociale sono anche i numeri emersi durante il percorso partecipativo Gente di Rimini. Oggi in città vivono 37.358 anziani, e uno su quattro abita da solo. Per ogni cittadino sotto i 14 anni ce ne sono due sopra i 65. Segnali chiari di una comunità che cambia e che chiede nuove forme di vicinanza e cura quotidiana.

In questo contesto, il Comune ha già attivato servizi domiciliari per quasi 200 over 65 soli e garantisce pasti a domicilio a 60 persone. Ma la risposta non può essere solo assistenziale: si tratta di costruire relazioni buone là dove le persone vivono, rafforzando i presidi nei quartieri e moltiplicando le occasioni di incontro.

Anche sul fronte lavorativo emergono bisogni importanti: oltre 7 persone su 100 sono in cerca di lavoro, con difficoltà amplificate per chi vive situazioni di fragilità. Per questo, sono stati attivati più di 300 percorsi personalizzati di inserimento occupazionale, con l’obiettivo di trasformare l’esclusione in partecipazione.

Le sfide toccano anche le famiglie più giovani: il Comune è già al fianco di quasi 4.000 famiglie con servizi come trasporto scolastico, libri e centri estivi. E tra i più giovani, circa 22.000 minorenni rappresentano il 15% della popolazione cittadina. Lo scorso anno, 620 ragazze e ragazzi hanno frequentato i centri giovanili, confermando quanto siano fondamentali spazi dedicati all’ascolto, alla creatività e alla crescita collettiva.

“Tutti questi numeri chiedono attenzione – aggiunge l’assessore Gianfreda -. Parlano del bisogno di prossimità, di una città che sappia restare accanto alle persone nei luoghi dove scelgono di vivere e crescere. Una Rimini che si costruisce quartiere per quartiere, relazione dopo relazione”.

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