Il ruolo, le funzioni e gli obiettivi dell’Infermiere di Famiglia e Comunità, nuovo servizio di Ausl Romagna in fase di attivazione nel territorio comunale di Rimini, sono stati presentati in un incontro aperto alla cittadinanza, davvero molto partecipato, svoltosi nella serata di mercoledì 26 febbraio a Miramare, nella sala del quartiere (piazza Decio Raggi 2).
Ad aprire l’iniziativa, organizzata da Comune di Rimini e Ausl Romagna, il Direttore del Distretto di Rimini, Mirco Tamagnini, che ha evidenziato come lo sviluppo in atto sui servizi legati all’assistenza di prossimità costituisca un autentico cambio di paradigma nel modo di lavorare sul territorio. Questo nuovo modello rafforza “il concetto di integrazione e multidisciplinarietà mettendo in campo un significativo lavoro “di contaminazione” dei professionisti, della medicina generale, della pediatria di libera scelta, delle professioni sanitarie e sociali, della psicologia, con la possibilità che parta direttamente dalla persona e dai suoi bisogni di salute e non dai servizi”, a garanzia di percorsi più facili, veloci e risolutivi, pensati in particolare per i cittadini più fragili e per i pazienti cronici.
Miramare primo degli 11 Nodi Territoriali di salute a partire, in attesa della Casa della Comunità
Per attuarli a Rimini si è scelto un progetto fortemente all’avanguardia nel panorama nazionale come quello dei Nodi territoriali di salute, strutture interdisciplinari distribuite in 11 aree cittadine (le microzone) in cui lavorano in sinergia operatori sociali, educativi e sanitari, per offrire un’assistenza capillare e proattiva, attraverso una mappatura e conoscenza approfondita della ‘zona d’azione’ come pure attraverso servizi a domicilio.
Proprio a Miramare è partito il primo di questi Nodi, presidio territoriale che attraverso un’attività di prossimità permetterà agli operatori (infermieri, psicologi, educatori, ecc.) di ‘entrare nelle case’ delle persone più vulnerabili, seguendole con particolare attenzione nel loro contesto quotidiano e costruendo interventi integrati tra servizi sanitari, sociali e attori del territorio, garantendo un’assistenza mirata, continuativa e centrata sulla persona. Come ha ricordato Tamagnini, questo nuovo modello si integra anche con la creazione delle Case di Comunità, un ulteriore tassello della riorganizzazione sanitaria che punta a portare la salute sempre più vicina alle persone, riducendo le disuguaglianze e migliorando la qualità di vita nel solco di una sanità sempre più a vocazione territoriale: “Miramare è una delle tre zone cittadine in cui sorgerà la Casa della Comunità e da parte nostra continua il lavoro teso all’individuazione e progettazione di tale importante struttura”.
A Rimini operativi 50 Infermieri di Famiglia e Comunità
In quest’ottica l’Infermiere di Famiglia e Comunità, progetto innovativo che rende evidente lo sforzo dell’Ausl Romagna di concerto con l’amministrazione comunale nell’implementazione dei servizi di prossimità ai sensi del Decreto Ministeriale n. 77 del 2022, è senza dubbio una delle figure chiave nel creare progettualità a misura di ogni singolo cittadino con risposte integrate e globali. Saranno 50 complessivamente i professionisti che opereranno nel territorio di Rimini per portare le cure nelle case delle persone e, allo stesso tempo, operare in chiave preventiva, attraverso la sinergia con la comunità: una nuova visione di sanità, che mette al centro le relazioni sociali e il lavoro di squadra per una riorganizzazione del modello socioassistenziale che punta ad uscire dalla logica ospedale-centrica a favore una rete di servizi diffusa e capillare.
Dappozzo: “Cura della fragilità e prossimità dei servizi le parole chiave”
Dal canto suo la Direttrice delle Cure Primarie Rimini, Antonella Dappozzo, con l’ausilio di una serie di slide proiettate ha ricordato le due parole chiave di questo passaggio, ovvero “cura della fragilità e prossimità dei servizi”, e tracciato il quadro dei percorsi in atto nella zona sud della città (“un territorio esteso e popolato”) per quanto riguarda il Nucleo di Cure primarie di Rimini sud (16 Medici di Medicina Generale e 2 Pediatre di Libera Scelta) sottolineando la “grande attenzione per garantire in queste fondamentali aree dell’Assistenza Primaria la maggior prossimità possibile al cittadino”.
La dr.ssa Dappozzo si è soffermata poi sulla diffusione crescente delle malattie croniche, sottolineando la necessità di un cambio di paradigma assistenziale, “che sostenga la persona nel tempo, nel diventare co-protagonista della gestione della propria malattia, allo scopo di raggiungere la migliore qualità di vita possibile. L’Infermiere di Famiglia e Comunità è una figura preziosa a sostegno di questo cammino”.
Infine ha presentato i dati dei pazienti con diabete mellito e scompenso cardiaco seguiti nel 2024 dall’ambulatorio integrato MMG-infermiere-specialista di questi quartieri.
D’Erasmo: “Punto di riferimento per il primo livello di bisogno in fase preventiva e curativa, in ambulatorio e al domicilio”
A soffermarsi nello specifico sulle peculiarità dell’Infermiere di Famiglia e Comunità, che nasce per intercettare precocemente e prevenire l’insorgenza di problemi di salute, prendendo in carico la comunità e mettendo in rete i diversi professionisti del settore socio-sanitario, è stato Domenico D’Erasmo, responsabile Direzione Infermieristica e Tecnica Dipartimento Cure Primarie e Medicina di Comunità Rimini. Le nuove figure sono state appositamente formate per “affiancare all’attività di cura la prevenzione diretta, ad esempio con richiami per l’attività di screening, e un’assistenza domiciliare evoluta, da attuare in accordo con il medico di medicina generale, che rimane centrale, e in contatto costante con la comunità per intercettare i bisogni specifici di ogni territorio”.
In concreto, dunque, evitare l’insorgere di riacutizzazioni di malattie, garantire cure a domicilio per chi ha difficoltà a spostarsi, collaborare con la medicina generale per gestire malattie croniche e situazione a rischio ed educare la cittadinanza su come mantenersi in salute con corretti stili di vita. Questa nuova funzione delle cure territoriali prevede un’assegnazione diretta di circa 3mila assistiti a ciascun operatore su base territoriale (micro-zone o cellule), “allo scopo di fornire un punto di riferimento per il primo livello di bisogno, in fase preventiva e curativa, in ambulatorio e al domicilio, con interventi di assistenza diretta o mirati allo sviluppo di iniziative comunitarie. Il modello infatti è quello della “medicina d’iniziativa”, finalizzata all’educazione sanitaria, alla promozione della salute fisica, psichica e sociale delle famiglie e dell’intera comunità”.
La nuova figura professionale attiva inoltre, in collaborazione con il medico di medicina generale o il pediatra di libera scelta, i servizi di natura sociosanitaria e le interfacce con i principali stakeholder presenti sul territorio, verificandone la presa in carico e l’esito, “favorendo inoltre l’aspetto relazionale, intercettando e valutando i bisogni per garantire una pianificazione assistenziale personalizzata”.
Tre Infermieri di Famiglia e Comunità per i residenti nel quartiere sud-mare: attivazione e orari del servizio
Sono quindi stati presentati i tre Infermieri di Famiglia e Comunità individuati per prendersi cura dei residenti nel quartiere sud-mare, identificato nel Nodo Socio-Sanitario Territoriale Miramare. Si tratta di Laura Monsellato (zona Marebello-Rivazzurra), Veronica Bevilacqua (zona Miramare) e Chiara Pia Turco (via Flaminia-Aeroporto).
L’Infermiere di Famiglia e Comunità è un servizio gratuito che può essere attivato da cittadini e professionisti chiamando il numero telefonico 0541/653161 o scrivendo a ifecmiramare@auslromagna.it: il servizio, che non opera in situazioni di emergenza, riceve gli assistiti il lunedì, martedì, mercoledì e venerdì dalle ore 8.30 alle 10.30 nel Nodo Socio-Sanitario Territoriale di Miramare (viale Locatelli 11).
Ausl Romagna