Rimini. «Primarie? Non per Gnassi»

Rimini, 25/03/10: franceschini, gnassi ©Riccardo Gallini_GRPhoto

ONESTAMENTE non capisco perchè il Pd non abbia fatto a Rimini le primarie per scegliere il candidato sindaco ed abbiano deciso i vertici locali del partito. Questo fatto è molto grave a Milano le faranno, ovunque le fanno, perchè a Rimini questa anomalia, insulto agli elettori Pd? Il mandato del sindaco finisce la prossima primavera. Si riparte, altro giro, altra storia, altre consultazioni: gli elettori Pd hanno diritto di scegliere non può essere una cosa calata dall’alto, sconfessano le pretese di democrazia del meccanismo delle primarie. E non è una gran bella cosa questa abitudine invalsa che un sindaco si faccia due giri – nel caso vinca – dieci anni, un’esagerazione, più del novennato del Presidente della Repubblica, più degli otto anni di Obama – che per le primarie ci è passato anche al secondo mandato. Quindi un insulto agli elettori. La verità è che il partito sceglie chi gli dà maggiori garanzie di vittoria, ossia di poltrone, e si affidano a Gnassi in funzione anti-Grillo.
F.P.
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Gentile lettore, la storia ci insegna che i partiti tradizionali non amano dare la parola agli elettori neppure per scegliere i rappresentanti in Parlamento. Non si stupisca, dunque, se certe candidature sono ancora decise nelle stanze del Pd. Senza dubbio sarebbe stato più giusto e democratico sottoporre anche Gnassi all’investitura delle primarie. Una prova che del resto aveva già affrontato e superato prima di essere eletto. Ma in Italia la politica non funziona come negli Stati Uniti: sottoporre un sindaco uscente alle primarie equivale a metterne pubblicamente in discussione l’operato, aprendo una stagione di tensioni e turbolenza nel partito che non aiutano a vincere le elezioni. A Misano Stefano Giannini ha superato anche questo scoglio. Ma a Riccione abbiamo visto tutti come è finita. Il Pd ha preferito non correre altri rischi con Andrea Gnassi. E così la partita con gli oppositori interni del sindaco non si giocherà alle primarie: per regolare i conti nel Pd basterà qualche poltrona.

Resto del Carlino