RIMINI. PROCESSO AD AGRICOLTORE DELLA VALMARECCHIA ACCUSATO DI AVERE STERMINATO LA PROLE DEL SUO CANE. PER LA PRIMA VOLTA PROVA DEL DNA SU ANIMALI

Assieme agli abusi sessuali uno dei crimini più odiosi. La violenza contro gli animali che come sosteneva San Francesco nel “Cantico dei Cantici” sono parimenti agli esseri umani creature di Dio. Processo al Tribunale di Rimini contro un agricoltore della Valmarecchia accusato di avere sterminato la prole del suo cane. Una vera e propria strage che rientra nelle brutali metodologie della cosiddetta “prassi di campagna”.

Nel 2012 l’uomo avrebbe ucciso i cuccioli della femmina pastore maremmano che furono rinvenuti sulle sponde del fiume Marecchia dalle guardie forestali. La magistratura aprì un’inchiesta per omicidio e decise, oltre all’autopsia, di procedere per la prima volta alla prova del dna in un caso che non coinvolgeva persone, bensì animali. Un esame che come documentato durante l’udienza incastrerebbe l’agricoltore che ha sempre negato ogni responsabilità.

Salvatore Occhiuto