Rimini, processo al serial killer. Il manichino rivela tre colpi sospetti

Il presunto serial killer non ha fatto una piega, mentre in Corte d’Assise, il pubblico ministero, Davide Ercolani, mostrava il manichino a grandezza naturale che ‘rappresentava’ la vittima. Anna Maria Stellato, la 24enne ligure trovata morta nelle acque di Torre Pedrera, il 14 luglio del 2012. Zakaria Ismaini, 33 anni, marocchino, è alla sbarra in tre processi contemporaneamente, accusato non solo di avere ucciso Anna Maria, ma anche Cosimo Mastrogiovanni, 63 anni, ucciso a Brindisi, e Letizia Consoli, 50, a Catania. Tre omicidi, dice il piemme, dove i punti in comune sono troppi per essere casuali. La ragazza, che tutti conoscevano come Luna, è morta annegata in uno stato di intossicazione acuta per eroina. Ma sulla sua testa ci sono tre ematomi sospetti a cui nemmeno il medico legale riesce a dare un’origine, e quando venne trovata, addosso aveva solo un reggiseno.

Quella sera sulla spiaggia del bagno 61, Ismaini fu l’ultimo a vedere Luna. Era ‘fatta’ di droga, raccontò messo alle strette, ed era andata a farsi un bagno. Poi aveva sentito un tonfo, era Luna che aveva sbattuto contro gli scogli. Quando era arrivato da lei, l’aveva vista boccheggiare con la schiuma alla bocca, ma preso dal panico l’aveva lasciata lì a morire e se n’era andato, portandosi via la borsa di Luna che, disse, aveva gettato in un cassonetto. Se l’era cavata con un’omissione di soccorso, vendendo la pelle di un altro nordafricano che aveva procurato la droga ad Anna Maria. Ma la notizia dei delitti a Catania e Brindisi, aveva raggiunto Rimini, e quando era saltato fuori il nome di Ismaini, il magistrato, già per niente convinto della sua versione iniziale, aveva aperto un fascicolo per omicidio volontario, ipotizzando tutt’altro scenario. E a quel punto erano arrivati indizi uno dopo l’altro. Ieri, la testimonianza di alcuni investigatori e del medico legale. Il Resto del Carlino