Rimini. Procuravano false assunzioni a immigrati clandestini

Clandestini, immigrazione, migrantiPROCURAVANO DOCUMENTI falsi indispensabili a cittadini stranieri clandestini per ottenere i permessi di soggiorno. Il tutto, ovviamente. dietro pagamento. E gli immigrati, una settantina, arrivavano a sborsare fino a 1500 euro a certificato. Ma il business sulla pelle degli immigrati clandestini è stato scoperto: così con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina sono state indagate dalla Procura di Rimini otto persone risultate a vario titolo coinvolte nell’inchiesta scattata nel 2013, grazie anche alla denuncia di un cittadino straniero.
Proprio negli ultimi giorni, gli otto, in massima parte residenti nella nostra provincia, hanno ricevuto la notifica dell’avviso conclusioni indagini.
GLI IMMIGRATI, cinesi, marocchini, pachistani, nigeriani e senegalesi e bengalesi si rivolgevano a un ragioniere di una società con sede a Rimini, F.D.T., 50enne originario di Napoli, ma da tempo trasferitosi nella nostra città, che secondo le indagini dell’ufficio immigrazione della questura e dell’ispettorato del lavoro, coordinati dal sostituto procuratore Davide Ercolani, era la mente di un gruppo che si prestava alla realizzazione di documentazione falsa per gli stranieri.
In pratica gli otto riuscivano a procurare false assunzioni, falsi datori di lavoro con tanto di domande che arrivavano all’ufficio immigrazione con documentazione creata ad hoc per ogni straniero. In alcuni casi sarebbero arrivati addirittura a contraffare e a riprodurre il logo dello Stato Italiano con tanto di intestazione, timbro e firma dei loro responsabili. Un sistema ben oliato, insomma, che produceva documenti falsi.
OVVIAMENTE sempre dietro compenso di denaro contante e quindi non tracciabile. Sarebbero una settantina gli stranieri che avrebbero usufruito dei documenti forniti dal gruppetto.
Stando a quanto appurato dagli investigatori, nella maggior parte dei casi i cittadini stranieri erano però del tutto estranei ai meccanismi messi a punto dagli otto indagati. Gli immigrati si aspettavano delle vere e proprie assunzioni, ed erano disposti a pagare proprio per poter così regolarizzare la loro posizione in Italia. Il loro sogno di una vita nuova in un paese nuovo si è però scontrato con una realtà ben diversa.

Resto del Carlino