Rimini. Professionista denuncia imprenditori riminesi: “Mi hanno calunniato”

Si aggiunge un nuovo capitolo alla vicenda che aveva visto due imprenditori riminesi accusare un professionista piemontese di averli truffati spacciandosi per avvocato. Da accusatori, infatti, si sono trasformati in accusati dopo che il quotato specialista del settore tributario li ha denunciati per calunnia. “Quelle lanciate dall’imprenditore riminese contro di me sono solo calunnie” spiega il professionista nel ricostruire la vicenda che lo ha visto finire invischiato. “Nei rapporti con l’imprenditore non mi sono mai qualificato come avvocato – sottolinea – ma come dottore tributarista e come tale mi sono sempre firmato in tutti i documenti presentati nelle sedi riminesi. L’azienda dì biciclette in questione era già fallita dieci anni fa, con procedura conclusa 2014”.

“Ho incontrato l’imprenditore una sola volta a Milano e vi era anche il fratello, poi i contatti sono avvenuti via mail o telefonica. lo l’incarico l’ho ricevuto nel 2016 e mi si chiedeva di depositare un’istanza al Tribunale di Rimini per richiedere la sospensione dell’asta di un loro terreno; dopo essermi documentato sulle possibilità offerte dalla legge elaborai il mio parere professionale, che consisteva nel formulare una richiesta di sospensione, che ‘a discrezione’ del Giudice dell’Esecuzione poteva essere o meno concessa in caso di eccesso di ribasso del valore del bene messo all’asta. Ribadii più volte che era facoltà del giudice e non un diritto acquisito dalla ditta in questione. Pur nell’incertezza, i due vollero presentare l’istanza; cosa che puntualmente ho fatto come da ricevute comprovanti il deposito. La Cancelleria di Rimini mi ha confermato di aver ricevuto l’istanza. Solo dopo il 16 novembre ho scoperto che gli imprenditori mi avevano consegnato solo una parte
della documentazione, relativa ai debiti solo con un istituto di credito mentre, in realtà, mancava all’appello una seconda banca quale avevano concordato uno stralcio del debito mai onorato per il capannone. Questo è il motivo del proseguimento dell’asta”.

“Va detto che si trattava di un’istanza informale, che non necessitava dell’assistenza di un avvocato. L’unico documento da me inviato al perrino mezzo pec la ricevuta di consegna generata mezzo pec inviata al Tribunale. E’ stato lo stesso Tribunale che, a fine novembre, mi ha parlato di un documento di sospensione dell’asta presentato a mano dallo stesso imprenditore, che io non ho mai posseduto e tantomeno inviatogli. E qui non posso saper come l’imprenditore abbia potuto presentare una sospensiva con tanto di firma e timbri del giudice fallimentare di Rimini, poiché io non ne ero a conoscenza. Proprio per questo intuendo che stava accadendo qualcosa di strano e non potendo controllare sul posto il giorno 21 novembre 2016 mi sono recato presso la Stazione dei Carabinieri di Orta San Giulio e ho sporto denuncia verso i due imprenditori”. Rimini Today