Vedendo quello che succede in Ungheria in questi giorni, ove si fa di tutto per chiudere la strada ai migranti in fuga dai pericoli di guerra nella loro nazione d’origine, viene da pensare che gli ungheresi hanno dimenticato quanto successo nel 1956: allora per sfuggire all’Armata rossa, espatriarono in tantissimi e furono ben accolti negli altri paesi europei. Nei nuovi paesi poi si inserirono, addirittura con contratti milionari nel calcio, trovando benessere e nuova vita. Dove sono ora quelli che chiesero aiuto e solidarietà? Ora che sono altri ad essere in fuga, gli ungheresi (e non solo) si oppongono con estrema durezza al loro ingresso e pure al loro transito, dimenticando che anche loro hanno avuto bisogno della solidarietà dei paesi vicini. Quanto avviene è quindi una vergogna! Noi europei pretendiamo di insegnare agli altri come si deve vivere e dimentichiamo i basilari fondamenti di solidarietà verso chi vive in difficoltà. L’egoismo dell’Europa è evidente! Tutti rivendichiamo aiuto quando siamo nel bisogno, ma non siamo altrettanto pronti ad aiutare gli altri in difficoltà.
Ing. Roberto Mussoni
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Gentile lettore, lei fa benissimo a ricordare l’invasione dell’Ungheria da parte delle truppe sovietiche con 250mila profughi costretti a fuggire in Occidente. Come vede la storia si ripete, insegnandoci poco o nulla. Sono passati solo 60 anni e lo stesso paese che voleva abbattere la Cortina di ferro ora alza i muri contro i migranti. Eppure, anche in questo caso, la lezione del passato è chiara: le barriere non fermano i popoli che scappano da guerre e miseria. Attenti, però, a non banalizzare un problema di portata epocale come quello dell’immigrazione. La solidarietà è uno dei valori fondanti dell’Europa, ma serve a poco se non si concretizza in un’accoglienza sostenibile e in una pacifica convivenza. Il caos, la violenza e la paura alzano sempre nuovi muri.
Resto del Carlino