UNA CAUSA civile ordinaria, al Tribunale di Rimini dura in media dai 3 ai 4 anni. «Sicuramente siamo nella norma – spiega il presidente dell’Ordine degli avvocati, Giovanna Ollà – in linea con il resto d’Italia, ma rispetto ad anni fa si sono velocizzati. Certo, il problema della lentezza della gisutizia esiste, ed è grosso, ma è determinato in gran parte dalle scoperture di organico, sia quello amministrativo di cancelleria, sia dei giudici. Ci sono persone che vanno in pensione, altre che vengono trasferite, ma il ministero non reintegra nessuno, i posti restano vuoti e c’è chi deve fare il lavoro di due uffici». I cittadini però capiscono solo che si infilano in una sorta di girone infernale di cui faticano a vedere la fine, e la vivono solo come un’ingiustizia. «Sì, il cliente è deluso dal servizio-giustizia. Perchè è una delusione aspettare tanto per chi chiede la tutela di un diritto. Il caso dell’imprenditore di Misano è emblematico. Ma a Rimini, la colpa non è nostra, nè la causa sta nella scarsa operosità dei magistrati. E’ dal ministero che deve venire la risposta, altrimenti non c’è soluzione».
LA PENSA così anche Giorgio Montironi, presidente della Camera civile. «Ogni processo fa storia a sè, ma ultimamente la situazione sta migliorando, anche grazie al processo telematico. E’ vero, i tempi sono relativamente lunghi, ma il problema è che le leggi sono poco poco limpide, le procedure farragginose, articolate e confuse. I magistrati vanno e vengono, lasciando fascicoli irrisolti. E se a questo si aggiunge la carenza di organici di cancellieri e giudici come nel nostro Tribunale, la situazione va in blocco. I magistrati sono costretti a fare delle scelte, e ci va di mezzo chi come il signore in questione deve avere dei soldi e rischia di chiudere la sua azienda. La situazione italiana è tale che chi deve avere del denaro, deve sperare nei santi».
Resto del Carlino