Rimini. «Quell’insegnante non doveva essere lì»

Schermata 2016-04-23 alle 07.43.44«Quell’insegnante non doveva essere lì e quello che è accaduto non doveva succedere. Ma nessuno ha detto una parola a tutela delle altre insegnanti, anzi è iniziata la caccia alle streghe». Lo afferma Elisabetta Morolli, segretaria generale Fp Cgil che – dopo l’arresto della maestra Loredana Pacassoni, immortalata dalle telecamere mentre maltratta i bambini – parla di «frustrazione, rabbia, dolore, delusione delle insegnanti, delle educatrici, delle ausiliarie e collaboratrici dei Servizi educativi della prima infanzia del Comune di Rimini». La Morolli ricorda che nel 2010 vi fu una denuncia da parte di una collega, e l’insegnante fu spostata in biblioteca dopo una sospensione di 10 giorni. «Poi, inspiegabilmente, ritornò a scuola».
«Sono state necessarie altre denunce – prosegue la sindacalista –, sempre dal personale che lavorava nella scuola, a far scattare l’operazione dei carabinieri». Poi l’affondo sul telecontrollo scolastico: «Al contempo, la soluzione prospettata da chi amministra, è la diffusione dell’uso delle telecamere, come dei sostituti a poco prezzo di chi dovrebbe vigilare e dirigere». Morolli parla di attività «svolta quotidianamente da chi opera nei servizi, questo lavoro, questa professione, costa fatica, dedizione, mette in gioco ogni giorno sentimenti, professionalità, emozioni, competenze, abilità non scontate e ha bisogno di essere adeguatamente sostenuto». Al contrario, «la minaccia dell’esternalizzazione dei Servizi educativi della prima infanzia è sempre dietro l’angolo». Attenzione, non si parla di sistema integrato pubblico privato ma di appalti o, come già accade da 6 anni, si continua ad affidare la gestione di due nidi comunali all’Asp Valloni Marecchia, garantendo al personale educativo e non, solo contratti a tempo determinato, quando, con altre scelte organizzative e politiche, il personale potrebbe essere assunto a tempo indeterminato».
Morolli segnala che «la FP Cgil si batte da anni perché tra i lavori usuranti vengano riconosciuti anche quelli delle professioni sanitarie, degli operatori dei servizi socio assistenziali, degli educatori e insegnanti».
Per il 24 maggio è stato proclamato lo sciopero unitario regionale per il rinnovo del contratto del pubblico impiego, della sanità pubblica e privata, fermo da sette anni, e per il terzo settore. «Saremo a Bologna a manifestare – conclude – non solo per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro, ma anche per affermare il valore del lavoro pubblico, di un sistema integrato che dia e mantenga servizi di qualità ai cittadini nel rispetto di chi nei servizi lavora. Chiediamo rispetto e dignità». E lancia un harshtag: #contrattosubito. Il Resto del Carlino