VIVERE nel cuore di Parigi, dopo gli attentati di venerdì, non è più la stessa cosa. Mentre continua la caccia ai terroristi che hanno partecipato agli assalti costati la vita a oltre 130 persone, tra cui l’italiana Valeria Solesin (uccisa al Bataclan) nella capitale francese si è scatenata un’autentica psicosi. Domenica sono bastati alcuni petardi e lo scoppio di una lampadina a scatenare il panico.
LO SA BENE Leonora Lotti, la 30enne riminese che vive da anni nel quartiere Marais, a pochi passi da alcuni dei luoghi presi di mira dai terroristi. «Domenica pomeriggio ero appena rientrata coi miei genitori a casa – racconta – quando a un certo punto mia madre, che si era affacciata alla finestra, ha visto la gente scappare all’impazzata. Dopo pochi secondi sono passati due poliziotti, poi sono arrivati i militari. Urlavano alla gente di andare via, di chiudersi dentro. C’erano forze dell’ordine ovunque». Sono le scene di paura e psicosi che abbiamo visto in queste ore sui giornali, in tivù, sulla Rete. Ma Leonora le ha vissute personalmente, «e ho avuto tanta paura. A un certo punto ci siamo di nuovo affacciati, e c’erano dei militari con le mitragliette puntate contro il nostro palazzo. Sembrava di essere nel mezzo di una guerra». Minuti di terrore, «e noi chiusi in casa, senza sapere cosa aspettarci…». Poi si è saputo che l’allarme era scattato per lo scoppio di alcuni petardi. Per Leonora, che vive a Parigi da sei anni, la città «non è più quella di prima. Anche ieri le sirene non hanno cessato di suonare un attimo, si respira un’atmosfera irreale. Si prova a tornare alla normalità, ma la normalità non può esserci». Ieri Leonora, che lavora per una compagnia teatrale («Venerdì dovevamo portare in scena uno spettacolo di Jean Patrick Manchette sul terrorismo») è rimasta a casa. «Io e il mio compagno stiamo pensando di trasferirci in un altro quartiere».
MARGHERITA Tercon, un’altra giovane riminese che vive e studia a Parigi, era a piazza della Repubblica quando domenica è scattato un altro dei falsi allarmi. «Io vivo vicino alla Torre Eiffel, ero andata lì a portare un fiore alle vittime… Stavo parlando con alcuni amici quando all’improvviso la folla ha iniziato a correre. Io e miei amici abbiamo iniziato così a camminare più in fretta, poi siamo stati travolti dalle persone terrorizzate. Non sapevamo cosa fare, abbiamo iniziato a correre anche noi, disperdendoci, tra la gente che urlava. Ci siamo infilati in una stradina…». Sembrava tutto finito. Ma ecco di nuovo un altro allarme, un altro fuggi. «La gente bussava alle vetrine dei negozi per farsi aprire, pregando di aprire. Così ci siamo nascosti in un’altra a via. Dalle finestre le persone ci urlavano di correre, finché un signore non ci ha spalanca la porta di casa sua e ci urlato Vite! Entrez. Ci siamo riparati nella tavernetta per un po’, finché l’allarme non è cessato». Anche Margherita adesso ha paura di restare a Parigi. «Dopo gli attentati, e i bombardamenti francesi in Siria, non sappiamo cos’altro potrebbe capitare…».
