Rimini. Residente in Italia e auto con targa sammarinese? Sono guai..

finanzaGuai in vista per i possessori di auto e moto con targa sammarinese. O si apprestano a pagare l’Iva non versata allo Stato italiano al momento dell’acquisto, o si ritroveranno con una multa pesante se non, addirittura, col mezzo sequestrato. E’ quanto stabilisce una recente sentenza della Cassazione che, tra provvedimenti di confisca e ricorsi, chiude una querelle giudiziaria lunga tre anni e dà definitivamente ragione all’operato della Guardia di Finanza e del pm Davide Ercolani. Incroci documentali, analisi di banche dati, posti di blocco: tutto sarà permesso alle Fiamme gialle per scoprire chi sono quei furbetti che fino ad oggi hanno usufruito della possibilità di acquistare un’auto o una barca attraverso società del Titano senza sborsare, quindi, un euro di tasse all’Italia. Quasi 10mila sono i mezzi a quattro e due ruote presenti sul territorio italiano e, quindi, in gran parte riminese. Per i quali sono subito iniziati gli accertamenti della Finanza. Accertamenti che dovranno alla fine stabilire se quel mezzo con targa bianca e azzurra e stemma della Repubblica è di fatto utilizzato dal proprietario italiano in continuità, oppure solo saltuariamente, magari come semplice dipendente della società sammarinese intestataria della vettura. Perché in questo secondo caso non ci sarebbero irregolarità. Non sarà un compito facile, dunque, per gli investigatori, ma la sola esistenza di una sentenza della suprema Corte fa chiarezza su cosa si può o non si può acquistare, e in che modo, fuori dal Belpaese. Tutto è iniziato col crac della società nautica “Rimini Yacht” di Giulio Lolli. I finanzieri, dopo una certosina attività d’indagine, scoprirono, infatti, che alcune lussuose imbarcazioni immatricolate nel registro aeronavale del Titano erano attraccate nel porto di Rimini e utilizzate costantemente e in modo continuato da ricchi imprenditori anche romagnoli. Senza che nessuno avesse pagato l’Iva dovuta all’Italia. Scattò il sequestro di quattro yacht per un danno complessivo all’erario di 740mila euro. E si scatenò una querelle giudiziaria fatta di ricorsi e controricorsi fino alla sentenza depositata poche settimane fa dalla Cassazione che sancisce: hanno ragione Finanza e Procura e torto i legali degli imprenditori ricorrenti. E allora sotto a Ferrari, Porsche, potenti suv, ma anche moto di grossa cilindrata che, pur essendo immatricolati a San Marino, sono regolarmente e continuamente in giro per le strade della Riviera.
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