Rimini: Riccione. Arrestati dai Carabinieri due italiani per rapina in abitazione.

Nella notte ricompresa fra il 5 ed il 6 aprile 2013, un socio di un ristorante sito nella zona nord di Rimini, mentre rincasava in Montecolombo al termine di una giornata lavorativa presso il locale di proprietà, intorno alla mezzanotte, veniva avvicinato nel cortile di casa da due individui, con viso parzialmente travisato, i quali lo aggredivano e lo picchiavano selvaggiamente, colpendolo alla testa ed al corpo con due mazze di ferro, sottraendogli una borsa al cui interno vi era l’incasso della serata pari a circa 6500 euro, otto carte di credito, quattro carnet di assegni ed un telefono cellulare. Un rapina di una violenza considerevole considerando che lo stesso, a causa delle botte ricevute, si vedeva costretto a portarsi presso il pronto soccorso di Riccione dove gli diagnosticavano alcune fratture e contusioni multiple in varie parti del corpo giudicate guaribili in 40 giorni.

I Carabinieri del Comando Stazione di Montescudo, unitamente a quelli dell’aliquota operativa, immediatamente giunti sul posto per i rilievi del caso, tutti dipendenti dalla Compagnia di Riccione, iniziavano una articolata attività d’indagine analizzando ogni dettaglio ed escutendo a sommarie informazioni tutte le persone vicine alla vittima. Ciò consentiva di scoprire che gli esecutori materiali della vittima in realtà erano dei “sicari” inviati da qualcun altro che conosceva bene le sue abitudini e che, presumibilmente, nutriva rancore nei sui confronti. Le indagini serrate portavano quindi ad un prima pista investigativa: così come dichiarato dalla stessa vittima, quella sera, a differenza di quanto ordinariamente faceva, aveva portato con sé l’incasso e il gesto era avvenuto davanti ad uno dei soci del locale, M.A. 24enne riminese, il quale era dunque l’unico a sapere che nella borsa della vittima vi era del denaro. La pista investigativa veniva poi confermata dalle dichiarazioni assunte successivamente da altre persone vicine alla vittima che confermavano un rapporto difficile tra quest’ultimo ed il M.A.

Grazie a svariati pedinamenti, ad attività di osservazione e riconoscimenti fotografici, si addiveniva non solo alla conferma del coinvolgimento del socio quale organizzatore dell’aggressione ma anche all’identificazione di un altro complice, tale  D.M.G., 35enne di latina ma residente nelle Marche, in qualità di procacciatore dei “sicari” e materiale coordinatore dell’attività delittuosa.

L’autorità Giudiziaria, concordando con le risultanze investigative dei militari, emetteva 2 ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti del M..A. e del D.M.G. che venivano eseguite all’alba di oggi 31 marzo.