CARO Carlino, bisognerebbe avere il coraggio di dire che il centro storico di Rimini è monopolizzato dagli ambulanti. Per farli spostare da piazza Cavour e piazza Malatesta abbiano consegnato mezza città alle bancarelle: dalle ex Padane all’Arco d’Augusto, dal corso a via IV Novembre, due volte a settimana ci ritroviamo invasi dai banchetti. Credo proprio che il trasloco sia stato pagato a prezzo d’oro. Ma non è solo un problema di ambulanti: questa mattina sono andato a fare una passeggiata in piazza Tre Martiri, che già ospita abitualmente i venditori di fiori, e ho trovato il mercatino dell’antiquariato. Mi sono spostato nell’altra piazza, e lì c’era la pista di pattinaggio con tanto di gazebo e griglie per cuocere i wurstel. E con mia grande sorpresa ha rivisto l’altro giorno la bancarella di biancheria intima che stazionava davanti al Teatro Galli: non è stata trasferita come le altre, ma resta nella stessa piazza davanti a Castel Sismondo. Non c’è scampo: Rimini è ormai diventata una città mercato.
Lucio Savini
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GENTILE lettore, è fuori discussione che in centro storico ci sia soprattutto in questi giorni un grande affollamento di banchi e gazebo. Ma dobbiamo anche essere coerenti con gli obiettivi della città. Se riteniamo che il cuore di Rimini debba essere rilanciato con eventi e attività economiche, poi non possiamo lamentarci per l’invasione delle bancarelle.
Dobbiamo pretendere, questo sì, che tutto venga gestito in maniera ordinata e sensata. Ma ieri, ad esempio, dall’Arco d’Augusto al Ponte di Tiberio il colpo d’occhio era davvero spettacolare: un mare di gente, bar e ristoranti pieni, affari d’oro per bancarelle, gazebo e negozi aperti. Ce ne fossero di domeniche così… Non dimentichiamo poi un aspetto fondamentale per l’ordine pubblico: un centro storico che si illumina e si anima diventa anche più sicuro.
Resto del Carlino