Rimini, risarciti sette insegnanti di religione: lo Stato condannato per anni di precariato

Dopo anni trascorsi dietro la cattedra con contratti a termine e senza stabilizzazione, sette insegnanti di religione del territorio riminese hanno ottenuto giustizia: il Tribunale del lavoro di Rimini ha accolto i loro ricorsi, riconoscendo che il Ministero dell’Istruzione e le scuole coinvolte hanno abusato dei contratti a tempo determinato. A stabilirlo è stato il giudice Lucio Ardigò, che ha firmato sette sentenze gemelle, ordinando il pagamento di oltre 220mila euro di risarcimenti complessivi, oltre alle spese processuali.

Assistiti dall’avvocata Veronica Pepoli, i docenti hanno dimostrato di aver lavorato per lunghi periodi – spesso oltre i 15 anni – passando da una supplenza all’altra, senza mai vedere riconosciuto il diritto all’assunzione, nonostante avessero superato abbondantemente la soglia dei 36 mesi di servizio previsti per la stabilizzazione. Il tribunale ha ritenuto evidente l’illegittimità della situazione, rilevando una vera e propria “precarizzazione abusiva” da parte dell’amministrazione.

I risarcimenti sono stati calcolati in base agli anni di servizio prestati: alcuni insegnanti riceveranno l’equivalente di 12 mensilità di stipendio, altri fino a 20. A ciascuno dovrà inoltre essere corrisposta una somma di 2.309 euro per coprire le spese legali.

Questo pronunciamento arriva a pochi mesi dalla sentenza favorevole a Manuel Mussoni, docente anch’egli assistito dalla stessa legale e oggi dirigente scolastico. Mussoni, dopo 11 anni di precariato, aveva ottenuto 26mila euro di risarcimento, dando il via a un percorso giurisprudenziale che ora trova conferma in queste nuove decisioni.

Nel frattempo, i sette insegnanti hanno partecipato al concorso nazionale per l’insegnamento della religione cattolica, indetto nel 2023 dopo oltre due decenni di attesa. Per loro, si apre ora una doppia speranza: il riconoscimento economico per il passato e, forse, l’assunzione a tempo indeterminato nel prossimo futuro.