Rimini. Sale giochi aperte: rinviata dal Consiglio di Stato la decisione al merito

Le motivazioni del ricorso delle due sale giochi di Rimini, situate in Viale Principe di Piemonte n. 6 e Viale Regina Elena n. 25 e gestite da una sola azienda, “meritano un’approfondimento nella sede di merito”. Di conseguenza, secondo la decisione della Terza Sezione del Consiglio di Stato, le suddette sale potranno rimanere aperte, contrariamente a quanto stabilito dal Tar Emilia-Romagna.

La proprietà di queste due sale aveva presentato un ricorso dopo un’ordinanza emessa dal Comune di Rimini e l’ingiunzione di chiudere a causa della mancata distanza minima richiesta rispetto a un edificio parrocchiale. Il ricorso era inizialmente stato respinto dal Tar Emilia lo scorso novembre, che aveva basato la sua decisione sulla mancanza di una presa di posizione da parte della proprietà riguardo alla mappatura effettuata dal Comune. Il Tar Emilia aveva rilevato che la proprietà aveva accettato consapevolmente gli effetti lesivi della mappatura, limitandosi a chiedere la proroga del termine di chiusura per poter delocalizzare l’attività in un’altra sede senza contestare il sistema del distanziometro. Secondo la legge regionale del 2013, infatti, è richiesta una distanza minima di 500 metri tra le sale giochi e determinati tipi di locali come scuole, luoghi di culto, impianti sportivi, strutture sanitarie o sociosanitarie, strutture ricettive per categorie protette, luoghi di aggregazione giovanile e oratori. Nel 2017 è stato anche imposto ai comuni di mappare i punti di raccolta che non rispettano tali limiti di distanza. I ricorrenti lamentavano la presenza di “vizi” nelle decisioni assunte dalla Giunta comunale, che in pratica impedivano loro di operare nel territorio di Rimini senza alcuna forma di indennizzo prevista e prevedendo anche il ritiro della licenza per l’esercizio del gioco al titolare. Alla luce di queste considerazioni, Palazzo Spada ha sospeso l’applicazione della sentenza del Tar e ha invitato a riconsiderarla nella sede di merito, tenendo conto del bilanciamento degli interessi coinvolti.