Rimini. Salpata per la Croazia la crociera terapeutica Cento Fiori, con due nuovi capitani per un progetto che cresce

Una settimana, due traversate dell’Adriatico, 5 utenti del Centro Osservazione e Diagnosi e 4 operatori per un viaggio che è una lunga, entusiasmante e impegnativa seduta di terapia per lottare contro la dipendenza.

Rimini – Poche ore al tramonto, le operazioni di stivaggio della cambusa, l’incontro con il fondatore delle crociere terapeutiche, capitan Werther Mussoni e poco dopo: via gli ormeggi. Cinque utenti del Centro di Osservazione e Diagnosi di Vallecchio stanno navigando nelle acque croate in quella che può dare l’idea di una settimana di svago. Ma non è così: con i cinque pazienti sono partiti Gabriella Maggioli, psicoterapeuta, vicepresidente della cooperativa sociale Cento Fiori, responsabile delle strutture terapeutiche di Vallecchio (e in questa occasione cambusiera), Chiara Gentili, educatrice veterana di questa tipologia di terapia oggi chiamata Outdoor education, Michele Maurizio D’Alessio, psicologo e Lorenzo Rizzo, al secolo responsabile dell’Ufficio Personale Cento Fiori ma da quest’anno a piano titolo capitano, al pari di D’Alessio.

Eh sì, la crociera di quest’anno segna un altro punto di svolta, non meno importante dei precedenti. Dopo le crociere effettuate in collaborazione con l’Università di Bologna e il Cefeo (Centro di Ricerca sull’Educazione e la Formazione Esperienziale e Outdoor) e la presentazione di anni di sperimentazione al 9th International Adventure Therapy Conference in Norvegia, il Progetto Ulisse cresce con due nuovi comandanti: Michele Maurizio D’Alessio e Lorenzo Rizzo hanno ricevuto le cerate di capitano dalle mani dei loro due predecessori, Andrea Ambrosani e dal fondatore delle crociere, Werther Mussoni. I due, Michele e Lorenzo, hanno fatto un passaggio in più: dopo la patente per la navigazione con cabinati fino a 12 miglia, hanno superato l’esame per navigare oltre le 12 miglia, prendendosi la responsabilità di navigare fino in Croazia, la tradizionale destinazione per gli utenti imbarcati sugli scafi a vela del progetto Ulisse.

Michele Maurizio D’Alessio è un veterano delle terapie di bordo Cento Fiori, che pratica da oltre 20 anni. Ma è anche un esperto velista che ha affinato passione e competenza sugli scafi a deriva mobile, in particolare sulle barche della classe olimpica 470. Barche molto tecniche e veloci dove le capacità di timonare e di regolare le vele fanno il paio con l’affiatamento tra timoniere e prodiere. Più variegata ma non meno passionale l’esperienza di Lorenzo Rizzo, che dal gozzo familiare, uno scafo in legno a motore della tradizione del cabotaggio ligure, è presto passato alla deriva mobile a vela per divertimento con gli amici, alla vela nei cabinati, diventando armatore di un 8 metri. Per entrambi, infine, il suggello delle loro passioni e competenze, con la doppia patente che ha consentito loro di effettuare la traversata dell’Adriatico in questi giorni.

Parlare di crociera può far pensare a una vacanza se solo immaginiamo le cartoline dai porti i delle isole dalmate. In realtà sono un tassello importante nel progetto terapeutico della Cooperativa Sociale Cento Fiori per la loro forte valenza psicoterapica. Nate dalla felice intuizione di Werther Mussoni, all’epoca presidente della cooperativa, oltre che appassionato velista, l’embrione di quello che oggi viene chiamato Progetto Ulisse era la ben nota Goletta Verde, un due alberi che gli utenti e gli educatori della Cento Fiori avevano restaurato da un vecchio peschereccio. Nelle prime crociere terapeutiche, navigate lungo tutto lo stivale, si imbarcò l’associazione ambientalista Legambiente, portando attraverso gli equipaggi di Vallecchio le sue iniziative nei porti e le spiagge italiane. Ora si naviga sui cabinati 12 metri forniti dall’agenzia nautica Albatross di Rimini, ma il senso dell’esperienza immersiva è rimasto.

“Poche esperienze come la convivenza in una barca, la condivisione di spazi ristretti, il misurarsi con la natura mutevole e ammaliatrice del mare, portano a incontrare se stessi, a scoprire che si possono vivere fortissime emozioni anche senza utilizzare le sostanze”, ha detto Werther Mussoni in quello che lui chiama scherzosamente “il pistolotto” di saluto agli utenti. Un rito ormai che riporta alla realtà i ragazzi che hanno scelto prima di liberarsi dalle dipendenze, poi di affrontare la nuova avventura terapeutica. Per molti è la prima esperienza in barca e il carico di emozioni, un misto di entusiasmo, eccitazione ma anche incognite su cosa accadrà nei prossimi giorni, è un nodo che si scioglie nel dialogo con Werther Mussoni.

Si dividono i compiti e la terapia inizia, mollando gli ormeggi. “Si può dire tranquillamente – dice D’Alessio – che la crociera è un gruppo terapeutico lungo una settimana, dove i ragazzi si confrontano in modo forte e si rivelano, a se stessi e agli altri, nel quale le avventure marine diventano il diversivo al lavoro profondo che stanno facendo sui loro problemi, nella loro ricerca fuori dalla dipendenza”. E con i ragazzi, lavorano i colleghi della Cento Fiori, osservando i pazienti, conducendo i dialoghi singoli e in gruppo e condividendo gli impegni di gestione degli utenti e della barca. “In questo viaggio avere Lorenzo come capitano significa per me dedicare in modo più sereno il mio tempo ai ragazzi, alleggerendo le responsabilità della barca”, dice D’Alessio. E per Gabriella Maggioli, le responsabilità del gruppo trovano nella cucina di bordo un diversivo e una gratificazione, merito di un piccolo tonno pescato nella notte e trasformato in un gustoso sugo ai pomodorini freschi.