Tentato omicidio di Augusto Mulargia del 5 aprile, i Carabinieri di Rimini hanno arrestato il mandante. Giovedì i militari hanno dato esecuzione all’ordinanza di misura cautelare nei confronti di un 73enne di origini liguri. L’uomo, pluripregiudicato, è stato arresato a Viserba il 21 giugno perché ad un controllo era stato trovato in possesso di cocaina (mezzo kg). Si trova in carcere a Rimini. Le indagini sull’episodio avevano portato, il 27 giugno, all’arresto di un altro responsabile. Il 73enne, conosciuto nell’ambiente come “nonno carabina” ha un “rilevantissimo profilo criminale” essendo già noto per reati contro il patrimonio, stupefacenti ed armi. E’ emerso quindi come fosse il mandante del raid sanguinario. Secondo le indagini sarebbe stato un vecchio debito di Mulargia che oscilla tra i 15mila e i 60mila euro, relativo a questioni di droga, il movente dell’agguato. Si tratterebbe del mancato pagamento di diverse partite di stupefacenti, traffico risalente ad oltre 10 anni fa. Anche dal carcere, dove aveva trascorso 8 anni, il mandante aveva cercato di “vendicarsi” di Mulargia. “Nonno carabina” ha sempre tenuto d’occhio i movimenti di Mulargia: ogni volta che rientrava a Rimini veniva sempre controllato. Nel 2014 erano stati sparati dei colpi di pistola davanti all’abitazione dei genitori di Mulargia, come avvertimento. Le intercettazioni meticolose fatte dai Carabinieri hanno portato a raccogliere vere e proprie “confessioni” da parte del 73enne. L’uomo, parlando con i compagni di dentezione, aveva ammesso il suo coinvolgimento nell’agguato di aprile. Mulargia veniva descritto come un “infame” per non aver saldato il debito. Il 73enne si era anche preoccupato della vicenda giudiziaria dell’altro arrestato, pagandogli le spese legali e seguendone gli sviluppi, mostrandogli vicinanza anche in carcere. Anche questo fatto ha permesso di confermare il ruolo dei due arrestati.
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