Rimini. Sanità, Giuliano (UGL): “Giornata Nazionale contro la violenza sugli operatori certifica cortocircuito sociale. Troppo poco è stato fatto per loro sicurezza”

Nella Giornata nazionale contro la violenza sugli operatori sanitari e sociosanitari la UGL Salute torna a ribadire con forza che ogni mezzo va messo in campo per garantire ai professionisti di svolgere la loro opera nelle condizioni di massima sicurezza.  Aver dovuto pensare e quindi istituzionalizzare questa ricorrenza, era il 2020, dimostra come da tempo sia in corso un autentico corto circuito civile che sta dividendo sempre di più i cittadini dagli operatori. Indentificare in loro i bersagli di una sanità in affanno, incapace di rispondere alle esigenze primarie, dovrebbe far riflettere la politica non solo oggi ma sempre, fino alla risoluzione del problema. Insomma troppo poco è stato fatto. Se apprezziamo quanto a livello legislativo è stato prodotto, con l’inasprimento delle pene e la possibilità di procedere all’arresto in flagranza o entro 48 ore dall’evento criminoso nei confronti degli aggressori, constatiamo come a livello di prevenzione la strada da percorrere sia ancora lunga.

L’apertura in ogni ospedale dei presidi di pubblica sicurezza procede ma è lontana dall’essere completata. E vogliamo che vengano attivati 24 ore su 24. Il ricorso alle nuove tecnologie, videosorveglianza, body cam e braccialetti antiaggressione, è stato messo in atto da poche Regioni, e non sempre sull’intero territorio di competenza, mentre in troppe altre non si affronta concretamente il problema lasciando così i lavoratori della sanità in balia dei malintenzionati.

La UGL Salute chiede che ad ogni episodio di violenza, fisica o verbale, su un operatore si attivi d’ufficio l’Azienda Sanitaria di appartenenza costituendosi parte civile contro l’aggressore e fornendo al lavoratore supporto legale e psicologico. In un paese civile, riconoscente dell’opera meritoria e sociale svolta dai professionisti, la celebrazione Giornata nazionale contro la violenza sugli operatori sanitari e sociosanitari apparirebbe come un enorme controsenso. Vale la pena interrogarsi tutti sul perché si sia arrivati a tanto” commenta in una nota Gianluca Giuliano, segretario nazionale della UGL Salute.

Comunicato Stampa

  • Barca di Teodorico, dal Ministero della Cultura un finanziamento di 250.000 euro per il restauro Posta in arrivo Valentina Viola Allegati12:54 (2 minuti fa) a Barca di Teodorico, dal Ministero della Cultura un finanziamento di 250.000 euro per il restauro Rinvenuta nel 1998 durante i lavori di riqualificazione del Parco di Teodorico, l’imbarcazione altomedievale ormai comunemente nota come “Barca di Teodorico” sta finalmente per iniziare il suo ultimo viaggio in vista dell’intervento che ne consentirà finalmente la pubblica fruizione grazie a un importante finanziamento del Ministero della Cultura che consentirà di completare il restauro. Il reperto è interamente in legno, un materiale che può conservarsi soltanto in specifiche contesti – ambienti sommersi – e che pertanto si ritrova meno frequentemente di metalli, ceramiche o lapidei di cui sono ricche le collezioni museali. Il trattamento di questi reperti – che giungono a noi in condizioni di completa saturazione di acqua richiede interventi specifici e mirati e, per oggetti di grandi dimensioni come quello dell’imbarcazione rinvenuta a Ravenna, di particolare complessità. La “barca di Teodorico” fu oggetto fin dal momento del rinvenimento di una serie di interventi mirati al suo recupero e al mantenimento del suo stato conservativo in vista del restauro, per il quale si decise di adottare il metodo già utilizzato per le navi di Comacchio. Dopo un attento scavo archeologico con relativa attività di documentazione l’imbarcazione fu rimossa dal contesto originario per intero e, a sua protezione e in vista del successivo trattamento di restauro, fu creato un apposito guscio in vetroresina modellato sulla sua forma. Questa soluzione consentì la movimentazione del reperto che fu poi inserito in un’apposita struttura metallica per il trasporto al laboratorio di restauro di imbarcazioni antiche allestito a Comacchio dove è stata sottoposta ai primi interventi conservativi. Il progetto di restauro, che risale al 2000 prevedeva, secondo i protocolli dell’epoca, una prima fase di impregnazione dei legni con soluzione a base di polietilen glicol (PEG) necessaria per consentire la successiva fase di essiccazione e stabilizzazione del legno evitando la formazione di collassi strutturali che avrebbero compromesso la leggibilità e la godibilità del reperto. La prima fase fu portata a completamento negli anni successivi al rinvenimento, mentre la seconda e ultima fase è restata in sospeso in quanto la sua esecuzione era inscindibile dall’individuazione di uno spazio espositivo per la barca. Negli ultimi anni grazie a un importante finanziamento del Ministero della Cultura è stato predisposto dalla Fondazione RavennAntica un progetto per la musealizzazione della “barca di Teodorico” presso il Museo Classis e questo ha consentito di pianificare l’avvio dell’ultimo stadio del processo di restauro. Il Ministero della Cultura ha stanziato infatti un finanziamento di 250.000 euro per il completamento del restauro che sarà eseguito in continuità con il progetto originario e tenendo conto dell’esito delle indagini diagnostiche preliminari eseguite negli ultimi 3 anni. Tale intervento si svolgerà nella sede individuata dal Comune di Ravenna a Savarna. I lavori, per la cui progettazione la Soprintendenza si avvarrà delle competenze del professor Marco Fioravanti del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agrarie, Alimentari, Ambientali e Forestali dell’Università degli Studi di Firenze, dureranno oltre un anno e restituiranno finalmente la Barca alla cittadinanza di Ravenna che l’ha presa a cuore fin dal momento del rinvenimento. “Siamo molto felici perché oggi si segna un passo avanti decisivo e un nuovo tassello nell’opera di restituzione alla città di questo reperto archeologico di altissimo pregio – dichiara il sindaco facente funzioni Fabio Sbaraglia -. Il primo e più grande ringraziamento va alla Soprintendenza per l’impegno e la dedizione con cui, in stretto contatto con il Comune, ha lavorato per permettere l’avvio delle operazioni di restauro. Più in generale, dal più ampio progetto di recupero e valorizzazione della Barca emerge con tutto il suo potenziale l’importanza della rodata collaborazione interistituzionale che coinvolge tra gli altri Ministero della Cultura, Comune di Ravenna e Fondazione Ravennantica, che sarà impegnata nell’importantissimo lavoro della sua musealizzazione. Quello dedicato alla barca di Teodorico è un percorso caratterizzato da una bellissimo e intenso lavoro di squadra tra enti che, nello spirito dell’accordo di valorizzazione, restituirà nella formula migliore questo bene straordinario a cui i ravennati e le ravennati hanno dimostrato di essere particolarmente affezionati.” Il Soprintendente dottoressa Federica Gonzato si dichiara estremamente soddisfatta: “siamo davvero contenti di questo importante finanziamento. La nostra Soprintendenza sta lavorando da anni insieme al Comune e alla Fondazione RavennAntica per l’individuazione degli spazi adatti a completare il restauro e a esporre la barca di Teodorico e lo stanziamento di questi fondi è il risultato di un impegno costante. Già nel 2020 il Ministero aveva finanziato alcune attività tra cui le analisi diagnostiche necessarie a definire le caratteristiche dell’intervento e orientare le scelte da compiere. La tipologia di reperto è molto particolare e l’operazione sarà anche un importante momento di studio sulle metodologie di restauro dei legni imbibiti che arricchirà il dibattito e, speriamo, aiuterà a gestire futuri rinvenimenti analoghi. Ora finalmente siamo all’avvio dell’ultimo stadio e non vediamo l’ora di poter vedere la barca esposta e valorizzata nel nuovo allestimento in preparazione”. Valentina Viola Portavoce del Sindaco Comune di Ravenna Piazza del Popolo, 1