SCARLATTINA in una scuola elementare di Rimini, con i bambini che hanno contagiato i genitori i quali, a loro volta, l’hanno trasmessa ai loro amici.
Una specie di «catena di sant’Antonio» per la quale la Pediatria di comunità dell’Ausl di Romagna, sede di Rimini, ha pensato di inviare una lettera di avviso a tutti i genitori dei bimbi che frequentano la scuola, tra i quali diversi residenti a Riccione.
Attraverso la lettera i medici hanno voluto inviare un semplice suggerimento alle mamme e ai papà: ai primi sintomi sospetti portate i bambini dal pediatra per le cure del caso.
Questo non perché la malattia sia particolarmente pericolosa – anche se in certi casi lo può essere – ma soprattutto in quanto altamente contagiosa.
Un bambino che ha la malattia può diffondere i batteri ad altre persone attraverso i liquidi del naso e della gola con tosse e starnuti e il periodo di massima contagiosità si ha durante la fase acuta dell’infezione (quando cioè compaiono l’esantema – la caratteristica eruzione cutanea scarlatta – e la febbre).
Infatti, la malattia è causata da un batterio streptococco del gruppo A, in grado di produrre una tossina che causa il colore scarlatto dell’eruzione cutanea da cui la malattia prende il nome. E’ una patologia per la quale non è stato previsto nessun tipo di vaccino quindi, specialmente con l’avvicinarsi della stagione fredda, può fare la sua comparsa che può essere più o meno invasiva a seconda di quanti soggetti colpisce e di quanti ne infetta in conseguenza, adulti compresi. Perché se è vero che questa patologia interessa prevalentemente bambini da 5 a 15 anni di età, soprattutto se non è stata contratta da piccoli la si può prendere facilmente anche da adulti, proprio attraverso il contagio del figlio. Essendo causata da un batterio, non si ha un’immunità definitiva, come ad esempio avviene con la rosolia. Inoltre i batteri si distinguono in diversi ceppi, quindi, seppur raro, non va esclusa la possibilità di una reinfezione, anche in età adulta.
Non esiste un modo sicuro per evitare il contagio, quindi quando un bambino è a casa malato è sempre più sicuro tenere le posate e i bicchieri in cui mangia e beve separati da quelli di altri membri della famiglia e lavarli accuratamente con acqua calda e sapone.
Fondamentale il lavaggio frequente ed accurato delle mani.
Una volta che l’infezione è confermata, il pediatra probabilmente prescriverà per il bambino un antibiotico.
Prima della scoperta degli antibiotici la mortalità da scarlattina era piuttosto rilevante aggirandosi tra il 15 ed il 20 per cento: oggi il tasso di mortalità è praticamente azzerato anche se conseguenze come febbri reumatiche, malattie renali, infezioni dell’orecchio e della pelle, oltre all’artrite non possono essere escluse.
Resto del Carlino