Rimini. Scoperta la rete dei “finti” orfani. Decine di minori ‘abbandonati’ si facevano mantenere dal Comune

RAGAZZI A SCUOLAHANNO alloggiato, mangiato e bevuto per dieci mesi a spese del Comune. Una cinquantina di ‘finti orfani’, quasi tutti di nazionalità albanese, età compresa tra i 15 e i 17 anni, sono riusciti a farsi ospitare come prevedono le normative vigenti. Il giro di minori, presunti abbandonati, ha destato sospetti fin dallo scorso autunno, dopo che Palazzo Garampi ha visto lievitare i conti presentati dall’Ausl per l’assistenza obbligatoria ai minori abbandonati. «Ciascuno ci costava 100 euro al giorno, e sono rimasti da noi fino a giugno di quest’anno», spiega la vicesindaco e assessore Gloria Lisi.
«L’ASSISTENZA da parte del Comune è obbligatoria per legge nel caso di minori non accompagnati – prosegue la Lisi –. Il sindaco ne risponde anche penalmente di fronte al tribunale dei minori». Ma qualcosa ha insospettito l’amministrazione comunale. «Negli ultimi anni non erano mai stati più di 10-12 i ragazzi non accompagnati – prosegue il vicesindaco –. In luglio dello scorso anno la cifra è improvvisamente esplosa, da noi come negli altri capoluoghi dell’Emilia Romagna. Sappiamo che appena arrivati dall’Albania si rivolgono all’Ufficio tutela minori Ausl del Colosseo dichiarandosi abbandonati e aggiungendo che devono iscriversi al liceo». «Qui non si tratta di profughi provenienti da zone di guerra o persecuzione religiosa che rischiano la vita – continua la Lisi –. Ma per il fatto che si tratta di minori soli siamo tenuti a trovare loro una sistemazione. Così li abbiamo collocati in una decina di ‘case famiglia’ accreditate, dove va garantita la presenza di un educatore 24 ore su 24, preparati i pranzi, curato il lavaggio del vestiario e così via». Di qui anche i costi tripli rispetto a quelli giornalieri per un profugo (sui 35 euro). Naturalmente – all’infuori dell’obbligo scolastico, «un paravento per molti», dice la Lisi – nessuno può controllare cosa facciano nel resto della giornata questi ragazzi. Dopo un primo periodo di ‘smarrimento’, Palazzo Garampi ha fatto una serie di incontri con i responsabili dell’area tutela minori dell’Ausl, dell’ufficio immigrazione della Questura, del tribunale di Rimini e del tribunale dei minori. Segnalando la situazione anche alla Regione. «Abbiamo dato un giro di vite applicando in maniera più mirata gli strumenti a disposizione – conclude la Lisi –. Oggi, anche perché diversi di questi ragazzi hanno raggiunto la maggiore età, la loro permanenza in case protette è quasi completamente cessata». Al momento il Comune accoglie circa 35 minori ma – assicura la Lisi – «si tratta di veri bisognosi».

Fonte: RESTO DEL CARLINO