Rimini sfregiata a colpi di vernice. Monumenti imbrattati con una scritta in latino: ‘l’amore vince su tutto’

rimini monumenti imbrattatiI vandali non hanno risparmiato niente. Nemmeno il Tempio Malatestiano, gioiello del Rinascimento italiano di Leon Battista Alberti. ‘Amor vincit omnia’. Questa la scritta vergata con uno spray rosso con cui sono stati imbrattati anche la statua di Paolo V in piazza Cavour, il teatro Galli, il monumento ai caduti di piazza Ferrari e il portone della biblioteca. Lo sfregiatore ha deciso di colpire i simboli dell’arte e della cultura, e per farlo ha scelto le stesse tre parole in latino, tratte dalle Bucoliche di Virgilio: l’amore vince su ogni cosa. Ma non sull’ignoranza.
In citta’ non si parla d’altro e i riminesi inferociti si stanno mobilitando anche su Facebook, intenzionati, dicono, a scendere in strada per cancellare quelle orribili scritte rosse che sulle pietre bianche dei monumenti sembrano ferite sanguinanti. «Noi siamo pronti a fare la nostra parte, diteci come e lo faremo subito».
INTANTO la Digos sta cercando di mettere le mani su chi ha combinato quel disastro. Gli investigatori hanno già acquisito i filmati delle telecamere, sia quelle delle piazze che delle vie d’uscita. Incroceranno i fotogrammi, li passeranno al setaccio, fino a quando non avranno trovato l’indizio che cercano per identificare lo sciagurato. I poliziotti avevano valutato anche una possibile pista politica. Il primo sospetto era infatti che il gesto potesse essere legato alle due manifestazioni che ieri erano previste in città, quella di Forza Nuova e l’altra antifascista promossa dall’Anpi, per contestare l’arrivo a Rimini di Roberto Fiore, il leader nazionale. Ma dai primi accertamenti non ci sarebbero elementi per collegare il misterioso imbrattatore a qualche compagine politica. E nessuno è ancora riuscito a capire che tipo di ‘messaggio’ volesse mandare. L’ipotesi più probabile resta quindi quella del vandalismo gratuito, di una o più persone, che hanno agito solo spinti dall’imbecillità.
«E’ UNO SCEMPIO gravissimo — ha commentato il soprintendente di Ravenna, Antonella Ranaldi — quello fatto da gente che forse neppure sa che razza di barbaria ha compiuto. Come Soprintendenza invieremo i tecnici e i nostri restauratori per capire come rimuovere le scritte. Forse si dovrà ricorrere al laser, in passato già impiegato in casi analoghi con ottimi risultati. Dopo le impegnative ricomposizioni del dopoguerar, quando i blocchi di pietra furono smontati e rimontati, anche recentemente si era intervenuto sul Tempio Malatestiano. Il fianco, così gravemente danneggiato, fu concepito come basamento ad archi per accogliere i sarcofagi». Il Resto del Carlino