Espulso dall’Italia tenta di nuovo di ottenere asilo politico con un nome falso, ma questa volta viene arrestato. In manette è finito un nigeriano, di 21 anni, già noto alle forze dell’ordine perchè denunciato per tentata violenza sessuale e furto. Ieri mattina il ragazzo, difeso dall’avvocato Sara Antonioli, è stato processato per direttissima e condannato a 8 mesi di carcere. Il giudice gli ha concesso il beneficio della pena sospesa, ma ha dato il nulla osta all’espulsione.
La prima volta era stato nell’agosto del 2014. Il giovane, entrato clandestinamente in Italia, si era presentato in questura a Milano, chiedendo lo status di rifugiato politico (ora protezione internazionale), ma non avendo i requisiti, la domanda era stata respinta e lui era stato espulso. Il ragazzo però era rimasto dov’era, e soltanto mesi dopo le forze dell’ordine erano riuscite a rintracciarlo. Nel frattempo, sotto un altro nome, era stato denunciato per tentata violenza sessuale e furto. Questa volta era stato messo su un aereo e rispedito nel suo Paese. Dove è rimasto però fino a metà 2016. Il 4 settembre è arrivato con un barcone sulle coste calabre, e di qui, dopo un periodo di permanenza nel centro, era stato destinato alla provincia di Rimini. Avendo dato, di nuovo, un nome diverso dal suo, sperava di farla franca. Così si era presentato all’Ufficio immigrazione della questura di Rimini, chiedendo per la seconda volta asilo politico all’Italia.
Ma non aveva fatto i conti con le sue impronte che hanno svelato subito la sua vera identità e anche la sua ‘storia italiana’. A quel punto, cosa più unica che rara, i poliziotti hanno potuto far scattare le manette, per avere fatto reingresso nel territorio nazionale senza autorizzazione. Ieri mattina, il nigeriano ha lasciato il tribunale per entrare in un Centro di identificazione ed espulsione, dove resterà in attesa di essere caricato su un altro aereo per la Nigeria. Il Resto del Carlino
