In sella a una moto l’ingresso trionfale sotto il tendone da circo di piazzale Fellini.
L’entrata in scena è tutt’altro che da Oscar. Massimo Bottura sbuca fuori dal Grand Hotel di Fellini a mezzogiorno rombando in moto (una fiammante Ducati nera ‘Diavel’). Maglietta bianca e jeans scuri, e la bandiera tricolore che ha sventolato pochi giorni fa a New York come sciarpa… «Eccomi, sono qui, a festeggiare ancora». E tutta Rimini ha festeggiato ieri con lui l’Oscar per il migliore ristorante al mondo, ricevuto lunedì notte dallo chef pluristellato con la sua Osteria Francescana di Modena.
Ci sarebbe da inaugurare anche la terza edizione di Al Mèni, il grande circo dei cuochi che proprio Bottura si è inventato (insieme al sindaco Andrea Gnassi) nel 2014. Ma sotto al tendone gli occhi sono tutti per lui. Quando Bottura entra, a braccetto con Gnassi e il presidente della Regione Stefano Bonaccini, ad accoglierlo c’è l’inno di Mameli e un tripudio di coriandoli e luci tricolore. E poi il lungo applauso per lo chef, accolto come una star del cinema dagli altri cuochi di Al Mèni e dalla piccola folla radunata sotto al circo. Gli mostrano un video con la cerimonia di premiazione di lunedì a New York, Bottura quasi si commuove. «Non ho finito di festeggiare, voglio farlo oggi, domani e dopodomani». Bonaccini e Gnassi se lo coccolano, lo toccano come se fosse un oracolo. E alcune ore dopo arriva per lui a Rimini pure la telefonata del premier Matteo Renzi, che si congratula con Bottura per il premio e con Gnassi e Bonaccini per Al Mèni: «Questo è un evento – dice loro Renzi – che porta la cultura dei sapori e dei prodotti nel mondo. Una cultura che oggi vede al primo posto nel mondo la nostra cultura del cibo». Una cultura che «è anche economia – sottolinea Bonaccini dal palco, durante i festeggiamenti – Con i nostri prodotti e la nostra cura per il cibo possiamo creare posti di lavoro, per chi il lavoro l’ha perso o non l’ha mai avuto».
Bottura è un fiume in piena, saltella sul palco come un bambino e ricorda quando «mi prendevano per pazzo per certi piatti che proponevo all’Osteria Francescana all’inizio della carriera. Questo premio va oltre il ristorante, è una calamita per l’Italia e per il turismo». Ma, avverte Bottura, «i buoni prodotti non bastano, servono anche le buone idee». Anche se i prodotti aiutano. «In Italia ci basta toccare le nostre straordinarie materie prime per farle esprimere in piatti unici, in Francia invece devono manipolarle per ottenere i risultati…». Sotto al tendone c’è pure qualche francese, ma come dare torto a Bottura? Ma dopo la festa per Bottura è già tempo di mettersi ai fornelli. Non prima di improvvisarsi deejay per suonare il suo brano preferito, Like a Rolling stone di Bob Dylan. E di ricevere due regali speciali da Rimini: il casco per lui disegnato da Aldo Drudi, il designer del Motomondiale (con un tortellino stilizzato…) e una torta di parmigiano preparata da Gianpaolo Raschi, lo chef del ristorante riminese Guido, ‘farcita’ con sardoncini e piada. Un «delirio», come dice Gnassi. Roba da circo. Sotto al tendone felliniano può accadere anche questo…
Il Resto del Carlino