LA TERRA dei fuochi? Per scoprire come funziona il sistema, non è necessario andare in Campania. Se fate un salto ad Apecchio, sappiate che sotto il parcheggio della Galvanina (acque Valdimeti) hanno seppellito a 2 metri di profondità circa 500 tonnellate di rifiuti (i tetti dei capannoni crollati per la neve), di cui il 5/10 per cento è formato da amianto. Che doveva essere smaltito in discarica. Invece l’hanno buttato sotto un parcheggio, con l’accordo di tutti. Ieri è stato chiarito dai carabinieri del Noe di Ancona che 13 persone, tra cui l’ex sindaco Ioni di Apecchio, sono indagate per reati che vanno dall’abuso d’ufficio allo smaltimento illegale di rifiuti pericolosi. MA SOPRATTUTTO hanno spiegato come sia stato possibile per i proprietari della Galvanina, proprietari anche della Valdimeti ad Apecchio (famiglia Mini di Rimini) e della ditta vicina, la Elle srl (di Rossi e Matteagi) riuscire a nascondere sotto terra dei rifiuti altamente pericolosi, a cinque metri di distanza dalle acque del torrente di Biscubio. Tutti i controllori (eccetto Arpam e Provincia) erano d’accordo nel favorire i controllati per fargli risparmiare soldi sui costi di bonifica. L’importante era evitare ai Mini e alla famiglia di Leo Rossi la spesa di 500mila euro per la bonifica. Infatti la loro spesa fu di 20mila. Così a partire dal sindaco di Apecchio del 2012 Orazio Ioni al capo ufficio tecnico Massimo Pazzaglia hanno fatto di tutto per consentire l’interramento di quei rifiuti (col silenzio assenso alla scia presentata in Comune), ordinando poi la rimozione dei rifiuti quando è intervenuto il Noe (guidato dal capitano Marzo). L’importante per il sindaco del tempo Ioni era soddisfare le esigenze di Rino Mini (della Galvanina). In una telefonata, Ioni dice a Mini che sarebbe contento se il Tar desse ragione alla Galvanina (contro l’ordinanza di rimozione firmata da lui stesso), aggiungendo: «…per accontentare ho fatto tutto. Però dall’accontentare a trovarmi coinvolto mi dà fastidio». Il PM Irene Lilliu ha chiesto e ottenuto la sospensione dal servizio del dottor Giovanni Cappuccini, capo dipartimento e prevenzione dell’Asur area vasta 1 per abuso d’ufficio visto la sua collaborazione nel far interrare quei rifiuti (nascondendo persino la pratica nella cassaforte di un amico), ha indagato il capo prevenzione e sicurezza sul lavoro dell’Asur Eugenio Carlotti, il capo degli ispettori Asur Moreno Mattioli, l’ex funzionario dell’Asur Gianfranco Cantarini e ancora Rino e Patrizia Mini della Galvanina, Ubaldo Bertozzi della stessa ditta, Daniele e Giuseppe Mazzoleni di Bergamo (ditta di smaltimento) Leo Rossi ed Elena Matteagi. Ora i rifiuti sono ancora lì. Per rimuoverli, ora paga il Comune.
