Rimini. I soci votano la linea dura. Carim chiederà i danni agli ex vertici

carim riminiPassa la linea dura di Carim: la banca si costituirà parte civile nei confronti degli ex amministratori a processo (la prima udienza il 20 settembre), e procederà con l’azione di responsabilità nei confronti di alcuni di loro. Così è stato deciso ieri, al termine dell’assemblea fiume che ha visto partecipare circa 300 soci dell’istituto di credito (insieme rappresentavano il 63% del pacchetto azionario della banca). In sostanza la banca, come abbiamo anticipato, si costituirà parte civile nel processo contro i 19 rinviati a giudizio per chiedere i danni d’immagine, e inoltre procederà con l’azione di responsabilità civile nei confronti dell’ex presidente Giuliano Ioni, dell’ex direttore Alberto Martini e dei consiglieri in carica fino all’aprile del 2010, ovvero Liuzzi, Bonori, Ferrari, Gardenghi, Ioli, Leardini, Mussoni, Paesani, Vanzini e Vicini. Tutti loro sono già stati sanzionati da Bankitalia. Azione di responsabilità anche contro la Deloitte & Touche, l’allora società di revisione della banca. Si ‘salvano’ invece l’ex vice direttore di Carim Claudio Grossi e i consiglieri in carica dall’aprile 2010 fino al commissariamento di Bankitalia, che avvenne pochi mesi dopo.
Così è stato deciso ieri, ma le polemiche non sono mancate nemmeno stavolta. A sollevare più di una questione il comitato dei piccoli azionisti di Carim, guidato da Enrico Cecchi. Secondo l’ex comandante provinciale della Guardia di finanza «era necessario avviare un’azione di responsabilità anche contro Grossi, che ha continuato tra l’altro a fare il consulente della banca anche dopo il commissariamento». Per Cecchi e gli altri piccoli azionisti inoltre «non basta costituirsi parte civile al processo penale. Bisogna avviare da subito anche un’azione civile nei confronti degli amministratori, visto che per quanto riguarda il procedimento penale c’è il rischio di prescrizione». Tanto che Cecchi e altri hanno deciso di votare «no» alla costituzione di parte civile, come segno di protesta.
Ma gli stracci in aula ieri sono volati anche a causa di alcune modifiche alle proposte di azioni legali chieste e ottenute da Linda Gemmani, il presidente della Fondazione Carim (che è socio di maggioranza della banca). Varianti «non sostanziali, accessorie» come state definite più volte ieri, anche dal presidente della banca Sido Bonfatti, e che secondo il cda di Carim non avrebbero sconvolto le iniziative legali da intraprendere verso gli ex amministratori. «Non si cambiano le carte in tavola in corso d’opera, accade troppo spesso», hanno sbottato i piccoli azionisti. Il comitato non è l’unico a dare battaglia. Il Codacons continua a organizzare assemblee per invitare gli azionisti di Banca Carim a costituirsi parte civile nel processo. L’ultima assemblea, prima dell’udienza del 20 settembre, si terrà domani al palazzo del Turismo di Rimini, in piazzale Fellini (inizio alle 16,30). A oggi sono già 350 i soci di Carim che hanno deciso di aderire all’iniziativa del Codacons. il Resto del Carlino