Rimini. Soldi spariti durante le perquisizioni. Vigili urbani indagati dalla GdF

soldiE’ Tutt’altro che chiusa l’inchiesta della Guardia di finanza su alcuni agenti della Polizia municipale sospettati di essersi appropriati di soldi nel corso di una perquisizione. Inizialmente gli indagati erano tre, tre vigili del Nucleo ambientale, ora smantellato, ma adesso gli indagati per peculato sarebbero raddoppiati. L’indagine è circondata dal più stretto riserbo, nessuno vuole confermare nulla, ma fin da subito gli agenti sotto inchiesta avevano respinto a oltranza le accuse.
Tutto era rimasto sotto silenzio, fino a quando, agli inizi di febbraio, i militari del Nucleo di polizia tributaria erano andati nella sede della Polizia municipale per perquisire gli uffici dei vigili nel mirino. Erano stati controllati anche i loro appartamenti, ma le perquisizioni non avevano avuto alcun risultato. A far scoppiare il caso’ era stato un arresto effettuato il 10 gennaio da parte degli agenti del Nucleo ambientale, di un albanese sospettato di essere uno spacciatore. E avevano ragione, perchè nel suo appartamento avevano trovato venti grammi di droga, tra cocaina e marijuana, nascosti dentro un aspirapolvere. All’interno di una valigetta avevano trovato invece 6mila euro in contanti, il ‘guadagno’ dello spaccio. Oltre a quei soldi, in casa erano stati trovati altri 1.400 euro, appartenenti però alla compagna di lui. Questa aveva sostenuto che quei soldi erano il suo stipendio, e aveva prodotto le buste paga. A quel punto la Polizia municipale aveva redatto un verbale in cui si dava atto della restituzione di quei soldi, mentre la donna era stata portata in casrema per essere sentita come testimone. Secondo la sua versione, quando era tornata a casa non aveva più trovato i soldi, scomparsi insieme ad altri oggetti, tra cui un paio di occhiali.
Dopo avere atteso un po’ di giorni pensando a un ritardo dovuto alla burocrazia, ne aveva parlato con il suo avvocato, il quale aveva presentato un’istanza per la restituzione dei 1.400 euro. Restituzione però che doveva già essere avvenuta, e proprio da questa ‘incongruenza’ era partita l’inchiesta. Nonostante la donna non avesse presentato una formale denuncia, i tre agenti coinvolti nella perquisizione erano finiti indagati per peculato. Questi si erano difesi subito, rigettando ogni accusa, assurdo solo pensare che si fossero appropriati di qualcosa. Ma l’inchiesta era andata avanti, erano scattate le perquisizioni e in questo periodo altre persone che hanno avutoa che fare con loro sono state sentite dagli investigatori. Con il risultato che altri nomi sono stati iscritti nel registro degli indagati. Il Resto del Carlino