ANTONELLA Giani è il comandante del peschereccio ‘Nadia’. Unica donna al timone da professionista a Rimini, tra le poche in Italia.
Cosa ci fa in un settore così maschile?
«Un po’ è stato il caso, perché dopo essermi separata, molti anni fa, sono tornata a Rimini dall’Inghilterra, dove abitavo. Un po’ era scritto, visto che mio padre Guido, oggi 82enne, fa il pescatore da una vita».
Ha iniziato con lui?
«Sì, ho cominciato circa quindici anni fa come mozzo, proprio sul ‘Nadia’. Un ruolo, quello di mozzo, che non è male, perché non si hanno grandi responsabilità. Poi sono andata avanti».
E da quanto tempo ha conquistato i ‘gradi’ del comando, una delle poche donne in Italia?
«Da circa otto anni. La mia qualifica è comandante e direttore di macchina, ovvero motorista. Devo dire che sul peschereccio, una vongolara, siamo solo due marinai. Non è un transatlantico. Entrambi facciamo tutto quello che serve».
E’ difficile il rapporto con i colleghi per un marinaio donna?
«All’inizio lo è stato. Poi si dice che una donna a bordo porti sfortuna. Ma oggi tutti mi rispettano. E comunque, maschi o femmine, in mare siamo tutti sulla stessa barca».
Le piace il suo lavoro?
«E’ molto duro, ma stare a contatto con il mare è bellissimo. Poi è nel mio Dna, visto che vengo da una famiglia di pescatori».
Per una donna è più pesante?
«Torni a casa e devi mandare avanti la casa, la famiglia. Ma non mi lamento. Vale per tutte le donne che lavorano».
Che orari avete?
«Ci si alza di notte, si esce di solito dalle quattro a mezzogiorno. Ma non farei cambio con nient’altro».
Qual è la qualità più importante per un marinaio?
«Sono tante le cose che contano. Le più importanti si imparano dall’esperienza, guardando il lavoro degli altri pescatori a bordo. Come comandante poi occorre conosere bene anche la parte normativa, che è piuttosto complessa, ed ggiornarsi spesso».
Il suo settore specifico di pesca, quello delle vongole, annaspa da alcuni anni tra enormi difficoltà.
«Purtroppo è davvero così. Da oltre tre anni va malissimo: siamo usciti in mare solo 6-7 mesi in tutto. Le vongole non arrivano alla pezzatura imposta dall’Unione europea, e siamo soggetti a continui stop, con la nostra attività ridotta a poche settimane l’anno. Spero che la questione delle misure minime del pescato, oggi 25 millimetri di diametro, venga rivista con parametri più realistici. Assurdo che vietino a noi di pescare a Rimini e poi nel nostro mercato si importino vongole dalla Turchia di 17-18 millimetri».
Nei periodi in cui è costretta a terra che cosa fa?
«Mi hanno voluto eleggere presidente dell’Organizzazione produttori di vongole di Rimini, riconosciuta dall’Ue. E sono consigliera di amministrazione della cooperativa Lavoratori del Mare. Quindi gli impegni non mi mancano. E poi…»
Dica?
«D’estate lavoro al traghetto sul porto, facendo da tappabuchi, insieme a mio padre, nell’aiutare i miei famigliari che lo gestiscono dalle 8,30 di mattina all’una di notte».
Le basta?
«E’ divertente, ma la mia vita è in mare».
Fonte: RESTO DEL CARLINO