Rimini. Spese pazze in Regione, Renzi indagato «Mai saputo nulla, sono tranquillo»

gioenzo renziTRENTAMILA euro. E’ questa la cifra che i magistrati di Bologna contestano a Gioenzo Renzi nell’ambito dell’inchiesta ‘spese pazze’ in Regione per il periodo che va dal 2005 al 2010. Trentamila euro spesi fra cene, auto blu, taxi, materiale pubblicitario. L’accusa è di peculato. Il nome dell’allora consigliere regionale di An figura nell’elenco di coloro che hanno ricevuto in questi giorni la notifica dell’avviso di conclusione indagine. Lui, Gioenzo Renzi, il diretto interessato, al telefono, cade dalle nuvole: «Premesso che non ho ricevuto nessun avviso di conclusione indagini, nè alcun avviso di avvio delle indagini stesse, posso solo dire che sono tranquillo. Aspetto di essere eventualmente chiamato dai magistrati per sapere che cosa mi contestino, e chiarire. Non ho ancora dato incarico a nessun legale perchè non sapevo nulla». Così Gioenzo Renzi commenta la notizia dell’avviso di conclusione indagini. L’ex candidato sindaco del centrodestra, oggi consigliere comunale di Fratelli d’Italia – Gruppo misto – è stato consigliere regionale dal 2005 al 2010. Il periodo sul quale stanno attualmente indagando i magistrati bolognesi. «Sono tranquillo perché ho speso sempre secondo la disponibilità delle risorse istituzionali – prosegue Renzi – nel rispetto della legge. Anzi, per finanziare le campagne estive contro lavoro nero e abusivismo commerciale a Rimini, quando stampavano 60-70mila tra volantini e manifesti, poi distribuiti sull’arenile, oltre alle risorse istituzionali ne ho dovute mettere delle mie personali. Del resto ho sempre reso pubblico quel che facevo». Qui non si tratta tanto di attività istituzionali quanto di cosiddette ‘spese pazze’ per viaggi, ristoranti, souvenir, gadget, soggiorni in alberghi e così via… «Quel che ho fatto rientrava sempre nelle attività previste – conclude Renzi –. Sono io ad essermi battuto per il taglio di 17 consiglieri regionali. E non ho votato il bilancio del’assemblea perché ritenevo che quelle spese andassero messe sotto controllo, visto che in pochi anni sono salite da 40 a 45 milioni di euro». Insieme a Renzi tra gli indagati figurano anche i consiglieri di An dell’epoca, ossia Enrico Aimi, Luca Bartolini e Alberto Vecchi, tutti accusati di peculato. (…) Il Resto del Carlino