«Ho paura che lui voglia ancora farmi del male». Lo continua a ripetere come un mantra la 17enne di Santarcangelo, violentata nel bagno di una discoteca e filmata dalle amiche in una domenica di marzo. E agli inquirenti la ragazzina ha anche fornito nome e cognome del suo aguzzino. «È stato lui ha detto». Così C. B., 21enne albanese, è stato iscritto nel registro degli indagati con l’accusa di violenza sessuale aggravata ai danni di una minorenne.
Gli inquirenti non l’hanno mai sentito, né gli hanno mai comunicato che sulla sua testa pende un’accusa così pesante. «Siamo a livello di indagini preliminari e non c’è stato bisogno di compiere alcun atto garantito, ossia un atto al quale ha diritto a partecipare il suo difensore; ecco perchè non sa nulla delle indagini», tagliano corto gli inquirenti. Così nonostante il clamore mediatico, sollevato dal caso, C. B., giovane operaio, cade dalle nuvole, fuori dalla fabbrica dove lavora: «Io il violentatore di una ragazza? Mai e poi mai, glielo giuro. Non ho mai fatto nulla di male, a nessuno», si difende subito. Eccolo quello che sarebbe il bruto, un ragazzino poco più grande della vittima che ribatte: «Sono stato in quella discoteca molte volte con un paio di amici, ma non ho mai fatto sesso in bagno. Non ho violentato nessuno».
Tutta un’altra storia, quella raccontata agli inquirenti dalla 17enne: «Era come se stessi dormendo, non capivo, non mi reggevo in piedi. Mi hanno offerto da bere, poi ho iniziato a stare male e sono andata in bagno». E là sarebbe stata seguita e violentata da un ragazzo albanese, appunto C. B. che conosceva di vista. Uno stupro immortalato dai telefonini delle amiche della ragazza che non avrebbero capito la gravità del fatto. E il video dopo quel pomeriggio di marzo ha iniziato a circolare su WhatsApp, prima di arrivare direttamente sul cellulare della madre della ragazzina, un mese dopo lo stupro. Subito la denuncia ai carabinieri e poi le indagini. «Di questa violenza ne ho sentito parlare solo alla televisione qualche giorno fa – continua nel suo racconto il 21enne albanese–. Perché accusano proprio me? Non ne sono nulla».